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Roncalli: Capovilla, conservò sorriso di bambino

Roncalli: Capovilla, conservò sorriso di bambino

'Io vecchio prete commosso, Papa meritava segretario migliore'

26 aprile 2014, 07:00

Redazione ANSA

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RONCALLI: CAPOVILLA RACCONTA IL SUO PAPA GIOVANNI - RIPRODUZIONE RISERVATA

RONCALLI: CAPOVILLA RACCONTA IL SUO PAPA GIOVANNI - RIPRODUZIONE RISERVATA
RONCALLI: CAPOVILLA RACCONTA IL SUO PAPA GIOVANNI - RIPRODUZIONE RISERVATA

 (di Manuela Tulli)

    "I santi sono coloro che non sono mai usciti dall'infanzia": cita questa frase di Georges Bernanos il cardinal Loris Capovilla per parlare di Giovanni XXIII di cui è stato tanti anni segretario dal patriarcato a Venezia fino al pontificato a Roma. Ricorda Papa Roncalli come "due occhi e un sorriso" e quella "innocenza e bontà" propri dell'infanzia che lo accompagnarono fino alla fine.

    Lo storico segretario di Papa Roncalli, oggi quasi 99enne, parla da Ca' Maitino, la casa di papa Giovanni a Sotto il Monte. "Questo vecchio prete - così si presenta Capovilla alla stampa internazionale - è commosso, confuso, intimidito". E racconta che la vicinanza a papa Giovanni XXIII in fondo è stata una cosa più grande di lui. "Prima di morire gli ho chiesto di perdonarmi perché credo di non essere stato all'altezza, il Papa meritava - dice con grande umiltà - un segretario migliore".  

    La figura di Papa Roncalli non ha solo cambiato la sua vita ma scandisce anche le sue giornate quotidiane. A Ca' Maitino, una specie di casa-museo, vanno le scolaresche e lui parla ai bambini di quel Papa che già da tempo in molti chiamano "santo". "Faccio loro spesso una domanda: sapete quanti anni aveva quando il Papa è morto? E poi, visto che non lo sanno, li aiuto: aveva ottantuno anni. Ma io, dico sempre ai piccoli, non ho visto morire un vecchio ma un bambino, con gli occhi vivaci e il sorriso sulle labbra". "Due occhi e un sorriso, innocenza e bontà, che valgono però anche per Papa Giovanni Paolo II".

    E allora Capovilla racconta gli incontri anche con il Papa polacco, a Loreto e a Castel Gandolfo. "luogo di gioie ma anche di sofferenze", e dice che negli occhi di "questo grande Papa", "ci si poteva specchiare". E ha parole di ringraziamento anche per Benedetto XVI che definì il Concilio Vaticano II "la stella polare" della Chiesa cattolica. Ora alla vigilia della canonizzazione del 'suo' Papa, chiede "scusa perché non so esprimere quello che si agita nel cuore".

   Poi si congeda raccontando gli ultimi momenti di vita di Roncalli. "Eravamo intorno al suo letto cinque-sei persone. Io mi avvicinai e gli dissi: 'Santità qui siamo in pochi ma sapesse quanta gente c'è in piazza'. In tanti infatti erano accorsi per pregare sotto la sua finestra". E Papa Giovanni XXIII diede al segretario una risposta che non si aspettava: "Ma Loris è naturale! Io li amo e loro mi amano". E allora - conclude Capovilla - "prendiamo questo insegnamento, quello di amarci gli uni gli altri, se vogliamo onorare questa canonizzazione".

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