GENOVA - Mar Mediterraneo "impazzito" per i cambiamenti climatici. E i pesci seguono la scia delle temperature: specie aliene mai viste, come strane sardine catturate davanti alla Tunisia, mentre alici, sardine e sgombri si sono spostati verso acque più fredde, lasciando ai pescatori reti sempre più magre. I nuovi pesci entrano dallo stretto di Gibilterra o dal canale di Suez adattandosi alle correnti modificate. Così, ormai al mercato si trovano in bella mostra barracuda accanto a suri e triglie. Se ne discuterà a Slow Fish 2017, assieme a dibattiti su imballaggi e rifiuti in mare, su come riconoscere il pesce migliore facendo la spesa, come difendersi dalle frodi, come sfilettare il pesce.
Venerdì 19 c'è l'incontro "Ma c'è pesce per tutti?". Slow Fish propone di valorizzare le fonti alternative di omega 3, i pesci stagionali e a ciclo vitale breve, poco conosciuti e meno costosi. Sabato 20 è la volta di "Nutrizione e... non pesci", per scoprire meduse e alghe, molluschi e crostacei. Domenica 21 "Pesci di plastica", riflessione sugli effetti della plastica che arriva sui nostri piatti tramite i pesci.
L'allarme sta crescendo: secondo uno studio dell'Università di Siena, i mari italiani contano 250.000 frammenti di microplastiche per chilometro quadrato. I consumatori possono evitare le specie all'apice della piramide alimentare e a ciclo vitale lungo, che accumulano nelle loro carni contaminanti e microplastiche, come tonno, spada e salmone. Al loro posto consigliate palamita e occhiata.
A Slow Fish focus anche sul fenomeno della "sostituzione di specie" e il rischio frodi, come la lenguata senegalese spacciata al posto della sogliola, o il brosme al posto di stoccafisso e baccalà. E per chi inizia a conoscere la materia, ecco gli studenti delle Università di Scienze Gastronomiche e di Genova a guidare i visitatori come "personal fisher" sul mercato per imparare a riconoscere il pesce buono, pulito e giusto.
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