La Regione Liguria verificherà "la
veridicità delle informazioni circa il disegno di legge sulle
aste per le concessioni demaniali e si impegna a mettere in atto
tutte le azioni politico-istituzionali affinché venga
scongiurata tale evenienza". Lo stabilisce un ordine del giorno
approvato all'unanimità dal Consiglio regionale su proposta di
Melgrati (Fi) e sottoscritto anche da Antonino Miceli (Pd),
Carmen Patrizia Muratore (Percorsi in Liguria), Marco Limoncini
(Udc), Angelo Barbero (Gruppo misto), Maurizio Torterolo (Lega
Nord Liguria-Padania), Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti
presidente), Franco Rocca (Ncd) e Raffaella Della Bianca (Gruppo
misto).
Nel documento si ricorda l'iniziativa proposta nella Regione
Marche "tesa a scongiurare le evidenze pubbliche delle imprese
balneari e l'aumento dei canoni demaniali" e si sottolinea che
il Governo starebbe lavorando a una bozza di disegno di legge di
riordino del demanio marittimo che prevede le aste per le
concessioni in essere e l'aumento dei canoni demaniali. Secondo
i firmatari dell'ordine del giorno "una situazione tale
distruggerebbe un'eccellenza del turismo italiano in nome della
burocrazia europea e delle multinazionali che ne trarrebbero
vantaggio mettendo a serio rischio il futuro di migliaia di
aziende e di posti di lavoro, e rispetto alla quale nessuna
soluzione è stata individuata dagli enti preposti a tutela delle
imprese italiane e liguri nello specifico e anche per gli
operatori del settore balneare della nostra regione il disegno
di legge di riordino del demanio marittimo costituirebbe un
grave danno economico e sociale".
Nel corso del dibattito Sergio Scibilia (Pd) ed Ezio Chiesa
(Gruppo Misto), Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria Padania) e
Edoardo Rixi (Lega Nord - Liguria Padania) hanno sottoscritto
formalmente l'ordine del giorno.
Marco Melgrati (FI) ha detto di aver presentato l'ordine del
giorno perché il Governo Renzi non sembra aver inteso la
drammaticità del rischio che porterebbe l'indizione di aste per
le concessioni balneari per le 3 mila famiglie che lavorano nel
settore. Secondo Melgrati la direttiva europea Bolkestein non
deve riguardare le attività balneari che non possono essere
definiti servizi. Del resto - ha aggiunto - in Spagna il governo
ha ottenuto che il rinnovo fosse di 100 anni e una situazione
analoga c'è in Portogallo. Quindi la direttiva poteva essere
interpretata considerando che quella balenare e turistica è la
più grande industria della nostra regione. La salvaguardia e la
valorizzazione del turismo deve essere un impegno di tutti e non
solo a parole ma anche nei fatti. Siamo di fronte ad una cattiva
interpretazione di una normativa Europa che si dimostra ancora
una volta matrigna nei confronti dell'Italia.
Sergio Scibilia (Pd) ha detto che la direttiva, se applicata
in modo burocratico, rischia di mettere allo sbando migliaia di
imprese che tra l'altro svolgo un ruolo di attrazione turistica
e di difesa del litorali. Dobbiamo creare le condizioni perché
questi imprenditori possano lavorare con tranquillità, investire
e migliorare l'offerta turistica avendo una prospettiva di lungo
periodo. Una realtà tutta italiana ma di livello europeo come
quella degli stabilimenti balneari non può essere cancellata da
un atto burocratico. Scibilia ha espresso solidarietà a tutte le
imprese e a tutti gli operatori.
Ezio Chiesa (Gruppo misto-Liguria Viva) ha aggiunto: È da
anni che si sta discutendo su questa partita. E' una delle
battaglie che la Regione e il governo debbono portare avanti con
forza altrimenti si rischia di cancellare 3000 imprese solo in
Liguria. Quella degli stabilimenti balneari è una specificità
che rende belle le nostre coste. In Europa non ci possono essere
atteggiamenti differenti fra Paese e Paese. Non si vede perché
in Spagna sostanzialmente non si fanno le aste e in Italia si
debbono fare. Una volta risolto questo problema, i canoni
demaniali si possono rivedere, ma occorre dare garanzie sulla
possibilità di ottenere il rinnovo della concessione.
Roberto Bagnasco (FI) ha definito famigerata la direttiva
Bolkstein. Siamo arrivati - ha detto - ad un momento
decisionale. La responsabilità è tutta del Governo. L'Europa ha
dato delle direttive che gli stati nazionali dovevano recepire
secondo le loro esigenze. Quindi le colpe sono innanzitutto dei
governi nazionali che si sono succeduti e che non hanno mai
affrontato il problema così come le altre Regioni italiane.
Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria-Padania) ha aggiunto:
Condividiamo in toto lo spirito dell'ordine del giorno, questa è
l'ennesima direttiva europea che, se applicata, produrrebbe più
danni che benefici alla nostra economia. Il Governo invece di
reagire tace: anche questa volta il governo Renzi dice signorsì.
La Spagna ha imposto le sue condizioni, l'Italia non ci prova
neanche e continua a fare da passiera all'Europa. Gino Garibaldi
(Ncd) ha rimarcato: Il problema della concessioni demaniali agli
stabilimenti balneari nasce molto tempo addietro e nessun
Governo, nemmeno quello guidato da Berlusconi, lo ha affrontato.
Non facciamo finta di scoprirlo adesso! Condividiamo quindi
l'ordine del giorno del Consiglio che chiede al Governo attuale
di risolvere finalmente questo problema e di salvaguardare le
migliaia di operatori che in Liguria lavorano negli stabilimenti
balneari. Chiediamo alla Giunta di impegnare il governo al
massimo e di coinvolgere i parlamentari europei perché sia
riconosciuta la particolarità della Liguria e quella italiana
delle spiagge date in gestione. Aldo Siri (Liste civiche per
Biasotti presidente) ha detto: Non ci si rende conto che
l'industria principale della nostra regione è il turismo. Gli
operatori non possono fare investimenti significativi se non
hanno la garanzia di poter mantenere l'attività per almeno 20
anni.
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