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A Paoli Croce di San Giorgio: premi li butto, questo è speciale

A Paoli Croce di San Giorgio: premi li butto, questo è speciale

Riconoscimento assegnato a Genova dal presidente Toti

GENOVA, 09 dicembre 2022, 18:54

Redazione ANSA

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Croce di San Giorgio a Gino Paoli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Croce di San Giorgio a Gino Paoli - RIPRODUZIONE RISERVATA
Croce di San Giorgio a Gino Paoli - RIPRODUZIONE RISERVATA

"I premi non mi interessano, li butto fuori dalla finestra, ma questo è diverso mi viene dato a Genova da Genova, allora diventa importante visto che sono innamorato di questa città". Lo ha detto Gino Paoli in occasione della consegna della Croce di San Giorgio, onorificenza istituita dalla Regione. "Quando non hai niente da dire, stai zitto. Lo diceva mio padre e io seguo sempre il suo insegnamento. L'unica cosa che devo dire oggi è che ultimamente ho visto da parte del sindaco Bucci e del presidente Toti e Bucci una discreta attività che mi ha soddisfatto, come non si vedeva da 40, 100 anni a Genova. A partire da quanto hanno fatto per il ponte, quel crollo se lo sono preso sulle spalle e hanno ricucito Genova che era divisa in due".
    Paoli ha parlato a ruota libera. "I nuovi rapper genovesi che ho conosciuto sono dei ragazzi simpatici, educati, non ho avuto alcuno choc del vecchio signore che incontra il ragazzino peste, che non c'è, ci sono dei ragazzi inquadrati in un'altra maniera.
    I ragazzi di oggi sono inquadrati come lo eravamo noi in una certa maniera, già all'uscita da scuola sono vestiti tutti uguali, sembrano abbiano la divisa, invece una volta c'era la divisa vera, adesso te la metti da solo", ha detto. Poi il Festival di Sanremo. "Non lo guarderò non l'ho mai guardato, perché non voglio e non mi piace essere critico, non voglio criticare dall'alto dei miei 60 anni di mestiere. Se uno giudica la prima volta è uno stronzo, diceva un saggio cinese, se giudica la seconda volta è un po' meno stronzo, chi non giudica mai è il saggio".
    E ammettendo che gli piace "Nat King Cole, ma voi non lo conoscete", parla della scuola cantautorale di Genova: "I cantautori di Genova hanno il merito di aver capito che la canzone poteva essere usata come mezzo di espressione, come la scrittura, la poesia e la pittura, noi siamo degli artisti che hanno usato la canzone per esprimere qualcosa dentro la testa, esprimere un'emozione è anche un tradimento perché non si può esprimere un fatto astratto come l'emozione, ci si può andare vicino". E poi un pensiero per il luogo del cuore. "La zona di Genova a cui sono più legato è di certo Boccadasse, c'ho vissuto per due anni, quando sono andato via da casa ho abitato a Boccadasse in una soffitta, bellissima, d'inverno faceva troppo freddo, d'estate troppo caldo, però ero felice lì".
   

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