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Ente Bacini: piano 50 milioni per migliorare competitività

Ente Bacini

Ente Bacini: piano 50 milioni per migliorare competitività

Riempimenti per avere più spazi a terra e un nuovo molo

GENOVA, 10 agosto 2021, 12:16

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cinquanta milioni per la manutenzione, l'ampliamento degli spazi a terra dei cinque bacini attraverso una serie di riempimenti e riprofilature, più un nuovo pontile fra i cantieri Mariotti e il molo dell'ex superbacino per ottenere due nuovi ormeggi operativi. Ente Bacini, la società controllata al 98% dell'Adsp del Mar ligure occidentale che gestisce i bacini di carenaggio del porto di Genova, utilizzati dalle aziende di riparazione navale e refitting, ha presentato richiesta di rinnovo della concessione, in scadenza a fine anno, per altri 25 anni e un piano di investimenti corposo per mantenere competitiva l'azienda: i bacini - due dei quali, l'1 e il 2, i più piccoli - risale a fine Ottocento, necessitano di interventi e il piano prevede anche una razionalizzazione dell'area e l'aumento degli spazi.
    La partita della privatizzazione, lanciata con una gara dall'Autorità di sistema portuale, è per ora archiviata, dopo che a inizio anno i vincitori (la cordata Fincantieri. Amico, San Giorgio) hanno rinunciato, ed Ente Bacini prosegue l'attività in attesa della risposta sula concessione. La percentuale di occupazione delle vasche, che misura l'attività, è al 70%, sui valori degli anni migliori: oggi ci sono meno navi ma restano in bacino per periodi più lunghi. Il piano di investimenti interessa tutti i bacini e prevede tombamenti e riprofilature delle banchine che permetteranno di avere più spazio attorno ai bacini 4 e 5, i più grandi che possono ospitare navi fino a 280 metri di lunghezza, e un riempimento anche nell'area in cui sorgeva la Torre piloti e dove si trova la sede della Guardia di finanza (che potrebbe essere spostata per fare più posto alle riparazioni navali), oltre al nuovo molo nell'area ex superbacino. Dentro il piano presentato dalla società non c'è invece la copertura dei bacini di carenaggio, corredata dall'installazione di pannelli fotovoltaici, che prevederebbe un investimento molto più corposo e per ora è rimasta comunque "congelata" per problemi di impatto paesaggistico.
   

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