Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Tirreno P: procura chiede archiviazione per omicidio colposo

Tirreno Power

Tirreno P: procura chiede archiviazione per omicidio colposo

Impossibile trovare connessioni tra fumi e morte sospette

SAVONA, 15 luglio 2018, 16:19

Redazione ANSA

ANSACheck

Le ciminiere della centrale Tirreno power - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le ciminiere della centrale Tirreno power - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ciminiere della centrale Tirreno power - RIPRODUZIONE RISERVATA

Archiviazione. È la richiesta della procura di Savona nei confronti di 23 indagati per omicidio colposo legato alle emissioni della centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado-Quiliano. Per l' accusa iniziale dell'allora procuratore Francantonio Granero sarebbero state oltre 400 le morti sospette. Senza l'identificazione dei cadaveri, l' inchiesta non ha potuto accertare il nesso di causalità tra i decessi e le emissioni di Tirreno Power. Neppure la perizia affidata al consulente Bonsignore sul caso di tre cittadini (due morti ed uno malato) segnalati negli ultimi mesi e che si pensava avessero riportato conseguenze dalle presunte emissioni della centrale, ha risolto il caso. O meglio è riuscita a sostenere l'ipotesi secondo cui manager aziendali, sindaci di Vado e Quiliano (Carlo Giacobbe e Nicola Isetta), oltre a dirigenti di Regione (Gabriella Minervini) e Provincia (Vincenzo Gareri) erano responsabili dell'accusa di omicidio colposo per non aver adottato tutte le cautele nel periodo 2000-2007 tese ad evitare di cagionare le malattie cardio-respiratorie evidenziate nella consulenza su cui si è fondata la vicenda.  Si tratta del penultimo capitolo della maxi inchiesta avviata quasi dieci anni fa che nel marzo 2014 ha portato al sequestro dei due gruppi a carbone - e proseguita con la doppia archiviazione per politici e manager dell'accusa di abuso d'ufficio in riferimento alle due autorizzazione d'impatto ambientale (Aia). L'ipotesi dell'omicidio colposo era stata tenuta in vita per ulteriori indagini. Lavoro investigativo che invece è risultato vano ed è stato quindi impossibile far ricadere sugli indagati le responsabilità delle presunte 400 vittime delle emissioni della centrale. Penultimo atto dell' inchiesta perchè per scrivere la parole fine della vicenda bisognerà attendere almeno l'anno prossimo. L'11 dicembre si aprirà in tribunale a Savona il processo a carico di 26 manager dell'azienda per disastro ambientale e sanitario colposo legato alle emissioni delle due ciminiere della centrale. Ci sarà anche il ministero dell'Ambiente, oltre alle principali organizzazioni ambientaliste nel ruolo di parte civile.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza