Apre, da domani al 14
maggio, il museo etnostorico della stregoneria a Triora, comune
conosciuto come paese delle streghe per un processo alle donne
del borgo, per una carestia, che sulla fine del 1500 fece molte
morti innocenti. Quattro le sale ad oggi realizzate, che
raccontano "saperi e punti di riferimento di un mondo emarginato
e perseguitato nell'Occidente medievale e moderno - spiega il
consigliere comunale Cristian Alberti - giunto a noi con una
pesante stratificazione di stereotipi".
Con la prima sala, si conoscono gli strumenti del 'pensiero
magico', con la collezione esoterica Pio Breddo. Nella seconda
si materializzano, in forme artistiche, le immagini di "Dee,
spiriti e creature femminili" presenti nel pantheon delle
accusate. Nella terza fragranze erboristiche illustrano le
competenze fitoterapiche delle "dominae herbarum". Nella quarta
c'è l'invenzione della strega diabolica e il processo di Triora
con una voce narrante che ricorda le torture per estorcere
confessioni.
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