"Milet è anche vittima delle nostre frontiere, tanto legali quanto ingiuste nel momento in cui vengono sbattute in faccia alle persone e, soprattutto ai più poveri, dinanzi al loro grido di aiuto". Lo ha detto il vescovo diocesano Antonio Suetta, ai funerali, davanti a circa duecento persone nella chiesa di Sant'Antonio delle Gianchette, di Milet Tasfemariam, la sedicenne eritrea travolta e uccisa da un tir sull'Autostrada dei Fiori, mentre cercava di raggiungere a piedi la Francia. Per il vescovo, Milet è stata vittima cinque volte, a partire dal regime del suo paese: "Possiamo dire con molta umilità, senza pretesa di giudicare alcuno che Milet sia in realtà una vittima, prima di tutto, del regime ingiusto del suo Paese. Regime che tutti conoscono e di cui nessuno si occupa, perché purtroppo l'Eritrea è uno dei tanti paesi poveri, dove ragazzi e ragazze sono arruolati, in giovanissima età, per un tempo interminabile nell'esercito. Quel servizio diventa, poi, un inferno", ha detto Suetta.
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