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'Ndrangheta: in mare Lavagna scarichi abusivi di chioschi

'Ndrangheta

'Ndrangheta: in mare Lavagna scarichi abusivi di chioschi

Mondello indicava funzionari 'amici'e quelli da 'ridimensionare'

GENOVA, 21 giugno 2016, 17:33

Redazione ANSA

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Il lungomare di Lavagna non poteva essere toccato. Nonostante le lamentele dei proprietari degli stabilimenti in regola e, ancora peggio, nonostante in mare finissero gli scarichi abusivi dei chioschi illegali, gestiti dagli amici del clan Rodà-Casile. E per evitare problemi ai proprietari dei quattro chioschi bisognava "omettere i controlli", non adottare alcuna sanzione e "convincere i responsabili della Capitaneria di porto a chiudere un occhio". È quanto emerge dall'inchiesta della Dda di Genova che ieri ha portato all'arresto di otto persone (cinque in carcere e tre ai domiciliari) tra cui il sindaco Giuseppe Sanguineti e l'ex deputata Gabriella Mondello.
    A gestire la questione degli 'ombrelloni' è la 'dark lady' Mondello. È lei che spiega al consigliere comunale Massimo Talerico (anche lui ai domiciliari) quali comportamenti seguire, i funzionari fidati e quelli non fidati e dunque "da ridimensionare". Alle parole, secondo gli inquirenti, seguono i fatti. Nonostante i sopralluoghi nessuno fa niente: nessuna sanzione ma anzi, per la stagione balneare del 2015, viene adottata una delibera in cui si aumentava l'area demaniale di oltre cinque volte a favore dei quattro chioschi abusivi.
    Anche il sindaco è consapevole delle irregolarità ma ha ricevuto i voti anche da loro e non può muoversi contro di loro.
    "Bisogna studiare un po' - dice il sindaco a una funzionaria comunale che lo sollecita a prendere una decisione - ma non si può neanche cercare dei ricatti però... Io sono sempre stato dell'idea che bisogna cercare di stemperare le situazioni, anche perché non è che togliendoli abbiamo risolto il problema, abbiamo soltanto peggiorato la situazione".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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