Negli ultimi tre anni, in Italia,
ci sono stati 560 suicidi per motivi economici, in Liguria i
casi sono stati 22, il 4,1% del dato nazionale. È partito da
questo dato il convegno "La crisi che uccide", organizzato dal
gruppo consiliare della Lega Nord del Comune di Genova, per
discutere della difficile situazione di crisi economica e delle
possibili soluzioni. Secondo la Lega un contributo per uscire
dalla crisi può venire da misure ad hoc promosse dalle
istituzioni locali.
"Da quando abbiamo iniziato la folle corsa della crisi -
spiega Claudio Borghi, responsabile nazionale del settore
economico della Lega - ci sono stati 14 trimestri consecutivi di
recessione con la conseguente chiusura di imprese e negozi. I
dati, dal livello precrisi a quello attuale sono simili a quelli
che si sono registrati durante le due guerre mondiali, che sono
stati gli unici periodo dove c'è stato un calo così forte di
occupazione e di crescita economica sia per ampiezza che di
tempo. Oggi non dobbiamo pensare che la crisi sia finita, stiamo
solo beneficiando di condizioni abbastanza irripetibili con una
crescita mondiale generalizzata ma quando questa situazione
muterà tutto sarà, se possibile, ancora peggio di prima e
bisogna prepararsi con misure adeguate". Misure che devono
partire proprio dalle istituzioni territoriali. "Il problema è
che la crisi che ha colpito il mondo intero - sottolinea
l'assessore allo sviluppo economico della Regione Liguria,
Edoardo Rixi - in Italia e' continuato anche quando il fenomeno
si era arrestato negli altri paesi. È' mancata la liquidità per
le imprese. Oggi c'è la necessità di invertire la tendenza
tenendo le istituzioni locali vicino alle nostre imprese e
mettendo a disposizione quegli strumenti che consentano di
garantire liquidità e sviluppo dei mercati, anche chiedendo allo
stato nazionale di farsi sentire a livello europeo per aiutare
la crescita dei mercati".
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