"Il mercato, che ho definito un
alleato, non mi ha tradito e credo che questo salone darà delle
buone soddisfazioni. Si respira un'energia diversa": non ha
dubbi la presidente di Ucina Confindustria Nautica Carla Demaria
sulle prospettive della 55ma edizione del Salone Nautico
Internazionale che si apre domani a Genova.
Questa energia nuova che si respira, sottolinea la presidente
di Ucina, viene anche da un cambiamento di atteggiamento da
parte della politica, concretizzatosi nei giorni scorsi con il
passaggio in senato della legge delega per il codice della
nautica. "C'è stato uno sforzo per venirci incontro - afferma -
perché finalmente ci si rende conto di quanto il settore della
nautica sia importante per il pil nazionale. C'è ora una difesa
dell'eccellenza italiana. Inoltre non c'è alcun altro settore
che abbia un moltiplicatore così alto nel rapporto tra
dipendenti diretti e indotto: da quasi 17 mila saliamo a 80 mila
considerato l'indotto. Per fortuna la politica se n'è accorta e
reagisce positivamente. La legge delega è un grande passo, un
segnale importante, al di la dell'efficacia delle norme che
verranno modificate. Non siamo più visti come un club che
fornisce barche a evasori fiscali".
Secondo Demaria, l'ottimismo "si giustifica pienamente" e da
marzo ad oggi "non ha fatto che crescere" visti i segnali di
recupero del mercato. "Ma nessun fuoco d'artificio - precisa -.
Non possiamo certo immaginare un salone nautico come quelli
degli anni d'oro in cui c'erano più clienti che barche da
vendere e la domanda superava l'offerta". "Una conferma
dell'inversione di tendenza del mercato viene dai dati in
crescita a due cifre del leasing nautico che indicano una
ripresa del mercato interno perchè i contratti in leasing li
fanno li italiani. L'export, dove siamo fortissimi ha resistito
di più rispetto alle vendite domestiche. Da uno studio che
abbiamo realizzato con la Fondazione Symbola sulle eccellenze
della nautica italiana emerge che siamo campioni per quello che
riguarda il surplus commerciale, cioè la differenza tra l'import
e l'export. Siamo superiori a settori dell'Italia che va molto
bene come l'arredamento o l'alimentare. Il mercato interno
invece aveva subito una contrazione pazzesca, al di la della
crisi, anche a causa della cecità da parte delle istituzioni
centrali che tentavano di deliberare leggi che invece di
aiutarci ci affondava, come la famosa tassazione sugli ormeggi
in Italia che ha fatto partire quasi 40 mila barche".
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