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Gino Paoli: legale, accuse infondate. Grillo, no gioco al massacro

Gino Paoli indagato per evasione

Gino Paoli: legale, accuse infondate. Grillo, no gioco al massacro

Voleva dimettersi da presidenza Siae, consigliato autosospendersi. Ma Siae precisa: "Sospensione non prevista dallo Statuto della Società"

GENOVA, 20 febbraio 2015, 13:32

Redazione ANSA

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Gino Paoli - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gino Paoli - RIPRODUZIONE RISERVATA
Gino Paoli - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Chiariremo tutto. L'accusa e' infondata". E' quanto ha detto Andrea Vernazza, legale di Gino Paoli, indagato perché avrebbe portato in Svizzera due milioni di euro evadendone 800 mila. "Mi ha detto che voleva dimettersi dalla presidenza della Siae. Gli ho consigliato di sospendersi in attesa di chiarire tutto", ha detto Vernazza, aggiungendo che Paoli "è dispiaciuto per questa cosa, per l'immagine che ne esce fuori. Ma lui non ha commesso alcun reato".

La Siae però comunica che il presidente Gino Paoli ha convocato per martedì 24 febbraio un consiglio di gestione durante il quale esprimerà la sua posizione in merito alla vicenda che lo vede coinvolto e comunicherà le sue decisioni. Nel contempo la Siae smentisce la notizia della sospensione dello stesso Paoli dalla Presidenza "in quanto non prevista dallo Statuto della Società".

Il gruppo dei deputati M5s conferma la posizione espressa ieri sul caso Gino Paoli ("in attesa del responso della magistratura valuti le dimissioni dalla Siae") e smentisce prese di distanza di Beppe Grillo. "Non c'è alcuna presa di distanza di Beppe Grillo dai deputati M5S rispetto alla vicenda che ha investito il cantautore Gino Paoli" precisa il gruppo parlamentare alla Camera. Oggi Grillo aveva sostanzialmente 'difeso' il cantautore invitando tutti a evitare il 'gioco al massacro'.

La Guardia di Finanza di Genova ha sequestrato materiale cartaceo nella sede delle tre società che farebbero capo a Gino Paoli (la Edizioni musicali senza fine, la Grande Lontra e la Sansa) perquisite ieri nell'ambito dell'inchiesta sull' evasione avviata dalla procura di Genova. Il materiale deve essere ancora catalogato dagli uomini delle fiamme gialle. Nulla, invece, sarebbe stato portato via dalla casa di Paoli, perquisita sempre ieri.

Gino Paoli verrà interrogato il 2 marzo nell'ambito dell'inchiesta che lo vede indagato per evasione fiscale. L'interrogatorio è stato concordato tra il suo legale, l'avvocato Andrea Vernazza, e il procuratore aggiunto Nicola Piacente che coordina le indagini della Guardia di finanza. "Gino Paoli - ha sottolineato il legale - aveva contattato il commercialista Andrea Vallebuona per riportare i soldi in Italia, quindi per rientrare nella legalità. Non per portarli in Svizzera. Resta comunque da dimostrare che quei soldi siano stati portati nel 2008". Secondo l'accusa il cantautore avrebbe portato in Svizzera due milioni di euro evadendo il fisco per 800 mila.

Il leader del movimento 5 stelle Beppe Grillo ha chiamato Gino Paoli "per scusarsi con lui dopo gli attacchi del Movimento 5 stelle". Lo ha riferito il legale del cantautore Andrea Vernazza. Nella giornata di ieri il gruppo alla Camera del M5s ha diffuso un comunicato nel quale si chiedeva a Paoli di "valutare seriamente le dimissioni dalla sua carica" alla presidenza della Siae. 

Grillo, no gioco al massacro - "Premetto che Gino Paoli è mio amico" e "quindi potrei essere considerato poco obiettivo. Ma a questo gioco al massacro di una persona di 80 anni non pregiudicato, mai inquisito, per alcunché, che mi risulti, io non ci sto! I cittadini sono diventati vittime sacrificali, mostri da sbattere in prima pagina senza che possano difendersi". Così Beppe Grillo sul suo blog dove precisa: "Io non ho 'mosso i miei' contro Gino Paoli. Aspetto la magistratura prima di emettere qualunque giudizio, alla faccia degli sciacalli dell'informazione".

"Il Secolo XIX ha pubblicato un titolo di condanna che non ammette replica: 'Maxi evasione in Svizzera, blitz della Finanza a casa di Gino Paoli' dal quale un lettore distratto evince che Paoli avrebbe evaso senza alcun dubbio cifre persino superiori al Costituzionalista di Arcore condannato per truffa fiscale, scrive Grillo che parla di "un articolo costruito su delle ipotesi che si para il culo con l'uso dei condizionali. Sbatti il mostro in prima pagina. Nel caso Paoli risulti innocente, e questo lo decideranno i giudici e non i giornalisti, chi lo risarcirà?". Grillo continua: "Il Secolo XIX si sdegna per 'la mancanza di rispetto dell'amico Beppe Grillo. Ieri il Movimento 5 Stelle che ha chiesto le dimissioni di Paoli da presidente della Siae. La fretta con la quale Grillo ha mosso i suoi, però, è sintomo di un giustizialismo cinico, per nulla democratico'. Io - scrive però il leader M5s in un post che si conclude con 'Sapore di sale' - non ho 'mosso i miei' contro Gino Paoli".
   

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