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Frane e morti, viaggio nella Liguria alluvionata

Frane e morti, viaggio nella Liguria alluvionata

Disperazione a Chiavari, Leivi, Carasco. "Non dimenticheremo"

CARASCO (GENOVA), 11 novembre 2014, 20:50

Chiara Carenini

ANSACheck

Maltempo: frane, case travolte, dispersi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Maltempo: frane, case travolte, dispersi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Maltempo: frane, case travolte, dispersi - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Non mi dimenticherò quel rumore. Quello dell'acqua che montava e quello della frana che cadeva". Dal bar della piazzetta di Carasco, le frane che hanno ucciso nella loro casa aggrappata alla collina Carlo Armenise (e non Arminise come scritto in precedenza), 73 anni, e sua moglie Franca Iaccino, 69 anni, si vedono benissimo. Due tagli netti tra i boschi, fenditure imponenti che si riuniscono alla fine. Fino a prima che calasse il buio, si vedevano i lampeggianti dei Vigili del fuoco. Li hanno cercati per tutto il giorno e alla fine li hanno trovati: prima Carlo, a una decina di metri da quello che restava della casa, poi Franca. Forse cercavano di fuggire.

E dire che solo poche ore prima Daniela Guerrieri, la nuora, diceva al sindaco di Carasco Michele Casaretto: "Ho telefonato in continuazione da ieri sera, e quel telefono squilla ancora". Era sicura che si trovassero in casa: perché due amici di famiglia dicono che è stato proprio Carlo ieri sera a telefonare loro per dire di non tornare a Leivi perché pioveva che Dio la mandava. Il sindaco, con parole gentili, cerca di spegnere quel cenno di speranza che nascondono quelle parole. Poi si volta, si asciuga gli occhi e dice: "Ma cosa abbiamo fatto per meritarci questo". I vigili del fuoco sono arrivati che non c'era ancora la luce del giorno: sono stati loro a salvare, con l'elicottero, una donna incinta all'ottavo mese di gravidanza e l'anziano padre, rimasti isolati dalla frana. I lampeggianti blu dei grandi mezzi rossi sono ovunque "e - aggiunge una donna che ha un bambino per mano - ci danno sicurezza".

Acqua e terra in Valfontanabuona si sono trasformati in pioggia e fango, due killer da queste parti. Carasco, Leivi, Cogorno, Tribogna, tutta la Val Fontanabuona che piange quei due morti è stata travolta. "Un disastro - ha detto il sindaco di Leivi Vittorio Centanaro - il territorio è pieno di frane, dobbiamo fare qualcosa altrimenti ogni autunno ci mettiamo a piangere". In poche ore sono caduti oltre 200 mm di pioggia. "Mi sono accorto che le cose si erano messe male - ha detto il sindaco di Carasco Michele Casaretto - quando ho visto ruscellare l'acqua giù dalle scale del municipio. Mi son detto: no, non va bene. E poco dopo è stato il finimondo".

In sella alla Vespa con il sindaco si viaggia sotto l'acqua battente, tra i campi allagati, le case piene di fango, l'area industriale che non ha più un volto: camion rovesciati, fango nei macchinari, anziani che piangono. Casaretto scende dal motorino e una vecchina piccola così lo prende per un braccio. Ha gli occhi rossi. Tutto quello che ha costruito - il suo orto, il giardino con l'altalena dei bambini - non c'è più e lei lo sa di non avere il tempo per ricostruirlo. Si sale su. Oltre il torrente Lavagna "che ieri notte - ha detto uno dei gestori del bar della piazzetta - urlava come se stessero sgozzando qualcuno", su verso Leivi. Vista da qui quella frana non sembra così grande, tagliata com'è la visuale dai boschi, ma si ha la percezione di quel che è successo. Sulla casa non è caduta una frana, ne sono cadute due insieme, unite nell'ultimo tratto verso il torrente.

E' l'ora di tornare: sulla provinciale che porta a Chiavari si contano 60 sensi unici alternati per le frane. Cogorno è in ginocchio: il sindaco Enrica Sommariva presiede il Coc. Ecco Chiavari la bella, amata dai turisti di tutto il mondo per il centro storico antico, per il bellissimo mare. Ovunque c'è fango, ovunque ci sono occhi rossi a guardare quello che non c'è più. L'Entella, il suo fiume, il confine naturale tra Chiavari e Lavagna si è ingrossato fino a scoppiare e ha portato fango, detriti, sporcizia ovunque. E domani sarà l'ora dei conti: al disastro di Genova, un mese fa, si somma quello della val Fontanabuona e di Chiavari. "Servono subito 200 milioni - ha detto il governatore Claudio Burlando che oggi ha visitato la Val Fontanabuona -, altrimenti questa regione non la ritiriamo più su".

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