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IL REPORTAGE - L'alluvione di Genova un mese dopo, ferite e paura

Il reportage

IL REPORTAGE - L'alluvione di Genova un mese dopo, ferite e paura

Rabbia per annuncio niente Irpef poi sparito, ma la città è in piedi

GENOVA, 07 novembre 2014, 13:34

Chiara Carenini

ANSACheck

L 'alluvione di Genova un mese dopo, ferite e paura - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'alluvione di Genova un mese dopo, ferite e paura - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'alluvione di Genova un mese dopo, ferite e paura - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ci sono tre cose che, in un mese, il tempo e la pioggia non hanno cancellato a Genova: la paura, la rabbia e l'odore del fango. Nel quadrilatero tra Borgo Incrociati, Brignole, piazza Vittoria e via XX Settembre non ci sono più le macerie che la scarsa luce del 10 ottobre illuminò dopo otto ore di pioggia battente, un morto, il Bisagno a ruggire negli argini come un mostro non soddisfatto. Non ci sono più i ragazzi che spalano melma, non c'è più l'esercito chiamato a dare una mano e Antonio Campanella, l'infermiere genovese di 57 anni morto affogato nel fango di Borgo Incrociati, è già patrimonio di una triste memoria collettiva. Delle 2400 attività colpite dall'alluvione di un mese fa molte sono riaperte, altre stanno per riprendere il lavoro, altre ancora non riapriranno più. Oltre 100 persone sono ancora sfollate. E' passato il momento acuto della rabbia "ma comunque - come dice un commerciante di via XX Settembre - se ce ne fosse stato bisogno abbiamo capito che quando succedono cose come queste ci danno una mano soltanto i ragazzi. Certo non lo Stato, tantomeno il Governo".

E i riconoscimenti che l'emozione collettiva ha voluto chiamare 'Angeli del fango' restano appesi, alcuni fatti a brandelli dal vento, alle case, ai negozi che si sono salvati grazie a loro: 'Grazie ai ragazzi del popolo. Il governo restituisca loro i diritti', si legge in via Tolemaide. "Guardate che casino stanno facendo adesso con le tasse - si lamenta un anziano commerciante che ha avuto il negozio spazzato via dall'onda di piena -. Il 15 ottobre il presidente del Consiglio aveva annunciato il proprio impegno per il differimento dei tributi statali. Tutto falso, adesso ci toccherà pagare anche la sanzione. Non si rendono conto che se continuano così prima o poi succederà che qualcuno li butta giù dalla carega (sedia, ndr)?".

Un bel problema, la sospensione dell'Irpef prima annunciata e poi ritirata. Un qui pro quo che spinge le associazioni di categoria a scrivere: "E' inaccettabile che le imprese debbano subire oltre il danno causato dall'alluvione, anche le conseguenze di un inconveniente sorto al livello delle massime cariche di Governo. Chiediamo un intervento presso il ministero dell'Economia e delle Finanze perché sia trovata una soluzione che non penalizzi ulteriormente il tessuto economico di Genova". Il selciato, nel quadrilatero, è lustro di una pioggia che non lava via le polemiche, le difficoltà e il dolore per le piccole botteghe che stanno marcendo. La signora Mei riapre la sua piccola attività di sarta con il sorriso dolce che hanno tutti gli orientali.

S'inchina una, due volte e ringrazia Genova, e ringrazia il cielo per l'ospitalità di questa città. I rocchetti di filo sono stati messi ad asciugare su una piccola stufa con le cerniere e i documenti dell'attività commerciale nella loro foderina di plastica resa opaca dal fango. Poco lontano, a Corte Lambruschini una pompa idrovora continua a toglier acqua dai parcheggi sotterranei, completamente invasi dall'acqua del Bisagno e non ancora asciutti né sgombri di tutte le macchine alluvionate. Un gruppo di ragazzini affolla l'entrata del Museo di storia naturale, una delle strutture culturali genovesi che ha avuto più danni: i fondi, dove si trovavano i laboratori di tassidermia, sono stati invasi dal fango. "Grazie ai volontari - ha detto la conservatrice del museo Maria Tavano - siamo riusciti a riaprire in tempi brevissimi".

Intanto, il Comune stanzia 23 mln di euro per i lavori di somma urgenza, si sbloccano i lavori per la messa in sicurezza del Bisagno. La politica e la burocrazia sono in moto così come la giustizia: la procura apre indagini per omicidio colposo, il ritardo nell'allerta, i lavori sul Bisagno non eseguiti. Il 4 novembre, giorno in cui si ricordano i sei morti dell'esondazione del Fereggiano del 2011, la Protezione civile ha emanato un'altra allerta perché piove forte, il Bisagno si è gonfiato di un'acqua sudicia che non arriva al livello di guardia. Il vento da sud respinge alla foce le acque del torrente. Poi, nei giorni successivi, il tempo è migliorato mentre da Massa Carrara arrivano gli echi di una cosa già vissuta. Per questo, anche per questo, la paura non può ancora passare.

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