"Abbiamo pagato circa 2000-2500
euro per essere portati sul barcone da Alessandria D'Egitto
verso l'Italia". E' quanto ha ammesso alla squadra mobile di
Genova uno dei passeggeri del barcone che è naufragato intorno a
Capo Passera in Sicilia. Il nordafricano ha fornito elementi
chiavi per riuscire a risalire ai tre scafisti dopo essere stato
interrogato a lungo dagli agenti grazie alla collaborazione di
un mediatore culturale e di un funzionario appartenente alla
Croce Rossa Italiana.
Per evitare di essere identificati i tre scafisti avevano
minacciato e ricattato molti dei profughi presenti sull'
imbarcazione fornendo loro una versione fantasiosa. Avevano
detto di raccontare che gli scafisti li avevano accompagnati su
una prima imbarcazione e successivamente li avevano lasciati su
un peschereccio che li aspettava, senza nessuno a bordo, in
mezzo al mare. Una versione alla quale la polizia non ha
creduto.
Sottoposti agli interrogatori, alcuni dei naufraghi hanno
confessato che "gli scafisti erano ancora presenti" e
soprattutto li hanno indicati agli agenti. I tre in un primo
momento hanno detto di essere originari della Siria ma la
polizia ha appurato che provengono dall'Egitto da dove è partita
l'imbarcazione. Il presunto minore è stato anche accompagnato in
ospedale e sottoposto agli esami radiologici. Avrebbe un età tra
i 17 e i 19 anni. I tre dopo il fermo sono stati tradotti nel
carcere di Marassi.
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