''Adesso è una certezza. Il
Dipartimento Ambiente di Roma Capitale persegue primariamente
una linea demolitoria per i pini, per i grandi alberi, per tutti
gli alberi che mostrino difetti o siano ritenuti giunti ad una,
del tutto presunta, età di fine vita.
La conferma viene dal susseguirsi di abbattimenti continui che
hanno colpito duramente le stesse ville storiche, per giungere
infine ai clamorosi abbattimenti al Pincio. Da allora non sono
passate neppure due settimane ed altri pini, altri tre storici
pini dalle chiome verdi, sono stati abbattuti a Villa Sciarra in
prossimità dell'ingresso di Via Caldarelli; ed ancora a Villa
Sciarra un poderoso leccio centenario che accoglieva i
visitatori''. Lo sottolinea Italia Nostra, sezione di Roma, in
una nota.
''L'amministrazione tira dritto pur davanti a cittadini
addolorati e indignati che attraverso gli Amici di Villa
Sciarra, il Comitato zona verde Villa Pamphili, il Comitato TAM
per Monteverde, l'Associazione Difendiamo i Pini di Roma, il
Comitato Villa Glori ed altri ancora, hanno tentato di tutto,
tra appelli, accessi agli atti, lettere, diffide, sacrosante
richieste di visionare preventivamente le perizie di
decretazione di morte dei loro alberi. A nulla è valso aver
richiamato i divieti infranti: i tempi biologici (aprile-giugno)
vietati per ogni operazione, a nulla eccepire che il Regolamento
del Verde - DAC 17/3/21 - consente abbattimenti solo a seguito
di perizie costituite da una accurata indagine
tecnico-strumentale, mai rese accessibili per essere consultate,
annulla le richieste di dialogo.
Altrettanto chiaro, è che non c'è alcuna garanzia che si proceda
in questa primavera, come dovuto per legge, alla cura dei pini
con endoterapia, a tappeto e senza eccezioni. Senza questa
sarebbe la fine per altre migliaia di pini, proprio quando si
profila il traguardo della immissione in Italia dell'antagonista
naturale della Toumeyella parvicornis.
Di fatto, ancor prima dell'entrata in vigore del nuovo appalto
da 100 milioni per il verde, la città appare diversa,
parzialmente denudata del suo verde storico e non, che ad ogni
primavera stupiva per la sua esuberanza. Mentre non sono state
mai completamente reintegrate le grandi alberate abbandonate da
decenni.
Il centro storico è Patrimonio dell'Umanità da decenni.
Mentre gran parte della Città Storica rientra nella "zona
cuscinetto" istituita di recente a maggior protezione del Sito
Centro storico.
Italia Nostra Roma pertanto ha scritto prima al MIC e poi
all'Unesco cercando aiuto e protezione per il sistema arboreo di
Roma.
L'Unesco ha prontamente risposto confermando il suo interesse e
riferendo di sua richiesta al MIC per implementare la
Convenzione che ha visto riconoscere il CS di Roma "Patrimonio
della Umanità".
C'è dunque viva speranza che presto UNESCO e MIC. si parlino tra
loro e che esca una strategia per fare fronte a questa
drammatica Emergenza culturale che il Comune non sembra
intendere.
Eppure appare chiaro come "La grande bellezza" sia frutto anche
del reciproco rapporto tra alberi ed alberate e tessuto storico
monumentale. Un equilibrio da rispettare, mantenere,
ripristinare'', conclude la nota.
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