Nel corso dei controlli svolti
dalla motovedetta dell'Arma dei Carabinieri di Gaeta, a tutela
dell'ecosistema marino e del rispetto delle leggi negli specchi
d'acqua del golfo di Gaeta e delle isole pontine, i militari si
sono nuovamente imbattuti nel fenomeno della pesca di frodo, che
prevede l'immersione in mare di vere e proprie trappole
artigianali, in cui ogni specie di abitante del mare può
imbattersi, ma anche in reti, contenitori di plastica e aste in
ferro che, oltre ad essere inquinanti, possono gravemente
compromettere la navigazione di piccoli natanti o l' incolumità
di subacquei e la sicurezza in generale di turisti e amanti del
mare. Le nuove trappole, rinvenute dal personale della
motovedetta dei Carabinieri a ridosso delle coste tra l'isola di
Ponza e di Ventotene, erano composte da piccole palme
galleggianti che servivano, oltre che a segnalare il punto di
immissione, ad ombreggiare lo specchio d'acqua ed attirare in
superfice i pesci che sarebbero rimasti in tal modo in trappola.
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