"È un giorno storico: dopo 10 anni di
lavoro intenso siamo riusciti a far riconoscere il nostro
patrimonio immateriale culturale attraverso un censimento fatto
di saperi e conoscenze che si tramandano di generazione in
generazione, grazie al racconto e all'impegno di persone che
fanno di tutto per tenere viva l'identità della propria
comunità". È il commento di Antonino La Spina, presidente Unpli,
alla presentazione del progetto di mappatura e censimento dei
beni immateriali della cultura, realizzato con l'Associazione
Nazionale Comuni Italiani, in collaborazione con l'Istituto
Centrale per il Patrimonio Immateriale e la supervisione del
ministero della Cultura.
"Grazie alla capillarità delle pro loco - spiega il
presidente La Spina - e al personale formato da Unpli,
recupereremo innumerevoli espressioni e tradizioni custodite
molto spesso nella memoria e nella conoscenza di un singolo
individuo e che rischiano di perdersi. Tutto quello che andremo
a raccogliere e poi a condividere digitalmente sarà un
patrimonio di umanità e di comunità". "Il lavoro che inauguriamo
oggi - ha dichiarato Roberto Pella, vicepresidente vicario Anci
- saprà restituire una mappatura ricchissima del patrimonio di
tutti i nostri territori e sono certo che le connessioni che ne
deriveranno rafforzeranno l'identità culturale del nostro
Paese". "Le pro loco custodiscono il patrimonio immateriale,
importante fattore di sviluppo economico, e partecipano con
questa mappatura a rendere la cultura fruibile a tutti", ha
commentato Federico Mollicone, presidente della Commissione
cultura scienze e istruzione della Camera.
Il progetto punta a raggiungere oltre 200mila espressioni e
pratiche sociali, a poco più di 20 anni dall'adozione della
Convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale
immateriale. Tra le attività mappate rientrano le tradizioni
orali, compresi i dialetti, la musica e le arti dello spettacolo
in forma stabile o ambulante, gli eventi rituali e festivi in
costume. "È una grande festa - spiega Maria Assunta Peci,
direttore Unesco del ministero della Cultura- perché l'Unesco
vuole che i piccoli comuni, cuore pulsante del progetto, insieme
facciano vivere le tradizioni del nostro patrimonio".
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