La scrittura che diventa immagine
visiva e poi oggetto-feticcio con Mario Diacono, accanto ai
saggi-video dell'artista americano Tony Cokes, che propongono un
modo diverso di vedere, leggere e ascoltare: è un doppio,
inedito sguardo sul contemporaneo quello offerto dal Macro -
Museo per l'Immaginazione Preventiva di Roma che dal 15 luglio
inaugura una coppia di mostre finora mai dedicate a due artisti
radicalmente diversi tra loro, accomunati dall'essere sempre
pronti a sperimentare linguaggi e a interrogarsi sulle istanze
dell'arte.
Allestita fino al 24 ottobre, "Diaconia. La scrittura e
l'arte" permette al visitatore un incontro ravvicinato con
Diacono, romano, classe 1930, personalità eccentrica e
poliedrica, intellettuale, scrittore, critico, poeta, gallerista
e collezionista. Con opere di Vito Acconci, Francesco Clemente,
Enzo Cucchi, David McDermott & Peter McGough, Donna Moylan,
Claudio Parmiggiani, il percorso racconta e approfondisce la
produzione di Diacono nei vari ambiti, sottolineando la sua
perpetua attenzione alla comprensione del rapporto che lega la
letteratura all'arte e il suo mai essere omologato al sistema
artistico italiano. 15 video e un nuovo lavoro commissionato dal
Macro compongono "This isn't Theory. This is History", allestita
fino al 17 ottobre nella sezione Solo/Multi del museo: concepita
come un'opera d'arte, la mostra ragiona sull'approdo di Tony
Cokes a un linguaggio personalissimo, quello dei saggi-video,
documentando 30 anni di carriera. Attraverso un processo di
selezione e ricontestualizzazione di suoni, testi e immagini
provenienti dai mass media e dalla cultura pop, l'artista
americano nato a Richmond nel 1956 ha sfidato ogni convenzione e
ha abbandonato progressivamente l'utilizzo dell'immagine in
favore di un uso alternato di diapositive mono e
pluricromatiche.
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