Il soccorso in un albergo al centro
di Roma e la corsa all'istituto Spallanzani. E' trascorso un
anno da quella sera, dal ricovero della coppia di cinesi, primi
due casi diagnosticati di Coronavirus in Italia. L'inizio di una
lunga battaglia al Covid cominciata il 29 gennaio quando
un'ambulanza del 118 soccorse i coniugi di Wuhan in un hotel di
via Cavour. A un anno di distanza chi li ha salvati e
'coccolati' per quasi due mesi porta ancora dentro di sé i
ricordi dei momenti più duri e di quelli più commoventi.
"Quando sono stati ricoverati abbiamo avuto la consapevolezza
che il virus era in mezzo a noi e abbiamo visto un Paese
sgomento, quasi incredulo - ricorda il direttore sanitario dello
Spallanzani, Francesco Vaia -. La mia prima reazione è stata
quella di dire 'siamo in grado di affrontare la malattia, non
dobbiamo avere paura'. L'orgoglio italiano è quello di averli
salvati". E la gratitudine per questa vittoria si leggeva negli
occhi commossi della coppia quando il 19 marzo lasciò
l'ospedale. "Ci avete salvato la vita. Amiamo lo Spallanzani,
amiamo l'Italia" dissero i coniugi che hanno poi donato 40mila
euro all'istituto per la ricerca.
Un percorso difficile verso la guarigione che ha visto i giorni
più duri con l'aggravarsi della malattia.
"Il ricordo più toccante è stato quando siamo riusciti a
comunicare in lingua cinese con l'aiuto della figlia che
risiedeva negli USA via WhatsApp la positività al tampone
nasofaringeo di tutti e due i suoi genitori - racconta Emanuele
Nicastri, direttore U.O.C. Malattie Infettive - mentre il
momento più difficile è stato quando, pochi giorni dopo, le
abbiamo comunicato la necessità di procedere a intubazione prima
del padre e poi della madre, a distanza di poche ore".
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