Il sostituto procuratore generale di
Roma Vincenzo Saveriano ha chiesto la condanna dell'ex sindaco
Ignazio Marino a due anni e sei mesi al processo d'appello per
il cosiddetto caso scontrini, ossia, secondo l'accusa, le 56
cene da lui pagate utilizzando la carta di credito "aziendale"
del Campidoglio. Il rappresentante dell'accusa ha chiesto ai
giudici della terza corte d'appello, presieduta da Raffaele
Montaldi, di condannare l'imputato per 54 delle 56 cene oggetto
del procedimento, peculato e falso. Allo stesso tempo il pg
Saveriano ha sollecitato l'assoluzione di Marino per l'accusa di
truffa legata ai contratti di consulenza, in particolare la
certificazione di compensi a collaboratori fittizi, della Onlus
"Imagine". Il processo riprenderà l'11 gennaio con l'arringa del
difensore dell'imputato. In primo grado Marino fu assolto dalle
accuse di peculato, truffa e falso.
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