"Quella notte non ero lì, ero lontano
assieme alla mia famiglia". Così si è difeso stamani Serif
Seferovic, il 20enne sospettato di essere l'autore del rogo del
camper in cui il 5 maggio scorso morirono a Roma tre sorelle di
etnia rom, nel corso dell'udienza di convalida del fermo
avvenuta nel carcere di Torino. Durante l'atto istruttorio
Seferovic, assistito dall'avvocato Gianluca Nicolini, ha
ribadito che la notte in cui è andato a fuoco il camper non si
trovava nella zona del rogo, a Centocelle, ma in una area di
sosta a Prati Fiscali assieme a tutta la sua famiglia. La difesa
del giovane ha chiesto, quindi, di acquisire le immagini a
circuito chiuso della zona affermando, inoltre, che in quelle
ore alcuni agenti delle forze dell'ordine erano intervenute per
controllare proprio la zona dove si trovava la famiglia del
fermato. Il gip di Torino si è riservato di decidere in merito
alla convalida del fermo. Il giudice Alessandra Danieli deciderà
nelle prossime ore se convalidare l'arresto.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA