Ha rifiutato per lungo tempo il cibo
tanto che le sue condizioni di salute si sono aggravate ma gli è
stata comunque negata la scarcerazione. Poi la situazione è
precipitata ed è entrato in coma e oggi è morto in ospedale a
Napoli. A denunciare il fatto gli avvocati del detenuto Stefano
Crescenzi, 36 anni, romano, condannato in primo grado a 23 anni
per l'omicidio di Giuseppe Cordaro, avvenuto a Roma nel marzo
del 2013. Gli avvocati Daniele Fiorino e Dario Vannetiello
spiegano di "avere chiesto per mesi la scarcerazione
di Crescenzi a causa delle sue condizioni di salute" ma senza
ottenerla. Fino al tragico epilogo di oggi. Crescenzi inizia a
rifiutare il cibo nel settembre del 2016 e il suo stato si
aggrava al punto che il Dap ritiene che non potesse rimanere
presso un ordinario istituto penitenziario e decide di
trasferirlo dal carcere di Livorno al centro clinico della casa
circondariale di Napoli-Secondigliano". Gli avvocati spiegano
che sono state rigettate più istanze di scarcerazione.
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