PORDENONE - "Quello che mi preoccupa di più nell'età del caos che stiamo vivendo è l'atteggiamento di recriminazione verso l'Occidente, ma senza fare proposte alternative, che dimostrano sia il mondo arabo, sia le classi dirigenti cinesi". Lo ha detto oggi a Pordenonelegge lo scrittore e giornalista Federico Rampini, che al festival ha presentato il suo ultimo libro "L'età del caos" (Mondadori).
"Questo rovesciamento sull'Occidente di un rancore vittimistico sul filo della recriminazione - ha proseguito Rampini - descrive la mancanza di un nuovo ordine e ciò mi sembra molto pericoloso". Parlando di caos, il giornalista si è soffermato anche su un "messaggio positivo" che viene, ha spiegato, dal "disordine di cui strutturalmente si nutre il mondo tecnologico della Silicon Valley negli Usa, dove i ventenni propongono di continuo invenzioni 'disruptive', cioè destinate a cambiare il corso delle cose".
Il messaggio positivo, ha precisato Rampini, è "che anche facendo una piccola cosa, ciascuno di noi può produrre conseguenze sconvolgenti, quindi occorre avere fiducia in ciò che si può fare anche partendo da una dimensione molto piccola".
Il giornalista e scrittore ha poi affermato che "siamo alla fine di un ordine mondale e si stanno chiudendo, questo è sotto gli occhi di tutti, cinque secoli di dominio dell'uomo bianco sul pianeta. Il pendolo della storia - ha concluso Rampini - oggi si sta spostando di nuovo verso l'Asia, ma ci troviamo davanti a una transizione lentissima".
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