“L’Expo 2015 è un passaggio determinante, in quanto assume la lotta allo spreco alimentare come cruna dell’ago per affermare il diritto al cibo, vera sfida del nostro tempo. Anche attraverso l’eredità di Expo può e deve passare l’impegno per preservare l’oro nei nostri piatti e tramandare ai giovani il valore del cibo”. Ne è convinto il fondatore e presidente di “Last minute market” Andrea Segrè, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna, autore con Simone Arminio del saggio “L’oro nel piatto” (Einaudi). Tra gli autori della Carta di Milano, l’alfiere della lotta allo spreco alimentare in Italia e in Europa ha sottolineato, intervenendo al festival Vicino/Lontano, che “sul pianeta lo spreco di cibo vale ogni anno una volta e un terzo l’intero PIL italiano, ovvero circa 2060 miliardi. Non sprecare – ha commentato - va dunque assunto come un nuovo comandamento, del resto anche il Papa ne ha parlato”. Citando i dati dell’ultimo rapporto curato dall’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/SWG, Segrè ha poi ricordato che “ogni famiglia getta in media due etti di cibo a settimana, il che fa quasi un chilo al mese e vale 8,1 miliardi di euro l'anno, cioè lo 0,5 % del PIL”. “Per evitare che il cibo finisca nella spazzatura e venga ucciso due volte – ha proseguito - bisogna ridargli valore: una questione di educazione alimentare”. Segrè sarà protagonista di tre incontri nella seconda giornata del festival, dedicata a “Totem e Tabù del nostro tempo” e oggi con focus sul tema del cibo. Conclusione in serata con il dialogo-confronto sullo spreco alimentare tra Segrè, Massimo Cirri, Vittorio Capecchi e Antonio Massarutti. “La svolta sul cibo – ha precisato Segrè – comincia dall’elevare il valore delle produzioni di massa largamente distribuite, quelle che più spesso finiscono nella spazzatura. A migliorare – ha proseguito Segré - dovranno essere i prodotti disponibili sugli scaffali della distribuzione, grande o piccola che sia: quella fascia di cibi ‘medi’ - ha precisato - che saremo in grado di imporre al mercato produttivo e nella quale dovremo trovare la giusta via tra un prodotto di qualità bassa e un cibo ricercato”. L'agroeconomista, coordinatore di progetti nazionali di prevenzione e riduzione dello spreco alimentare avviati dal Ministero dell’Ambiente, ha infine evidenziato che “realizzare una convivenza sostenibile e solidale sul pianeta significa assumersi alcune responsabilità in prima persona, prendendo coscienza – ha concluso - degli effetti delle nostre azioni sugli ecosistemi e sui sistemi economici e sociali”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA