“L’accordo Iran-Usa sul nucleare è rimasto vago e lasco, dato che la maggioranza del Congresso statunitense era contraria. E ciò evidenzia quanto il potere del presidente possa essere limitato”. Lo ha detto il docente ed editoralista Lucio Caracciolo, direttore delle riviste di geopolitica Limes e Heartland, membro del comitato scientifico di Vicino/Lontano, il festival in corso a Udine fine al 10 maggio. Caracciolo è tra i protagonisti dell’edizione n. 11 della rassegna, quest’anno dedicata al tema “Totem e tabù” del nostro tempo. Caracciolo, che domani presenterà a Udine l’ultimo volume di Limes, “U.S. Confidential, così funziona l’America”, ha sottolineato come il potere del presidente sia il "primo mito da sfatare”. “Il potere di Obama - ha spiegato - così come quello di qualsiasi altro presidente, è limitato ad esempio dal ruolo del Congresso”.
Soffermandosi sulla recente trattativa nella recente trattativa sul nucleare tra Usa e Iran, Caracciolo ha rimarcato come “il Congresso, che ha un potere importante sui trattati internazionali, sia stato oggetto di forti pressioni da parte di lobby arabe e saudite, le quali si sono così garantite la non efficacia di eventuali trattati internazionali e soprattutto - ha aggiunto - la sopravvivenza delle sanzioni contro l’Iran”.
Tra gli altri aspetti emersi analizzando i meccanismi politico-istituzionali che generano le azioni internazionali della potenza a stelle e strisce, “il crescente potere delle lobby - ha affermato Caracciolo -, sempre più influenti da quando non ci sono più limiti ai finanziamenti per le campagne elettorali. Così i candidati, spesso costretti a indebitarsi fino al collo - ha proseguito - sembrano più impegnati nella ricerca di fondi che nella costruzione di strategie. La politica - ha concluso - appare, dunque, fortemente condizionata dal denaro”.
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