Consob chiede, Fincantieri
risponde. Dopo indiscrezioni di stampa secondo le quali il
gruppo navalmeccanico intenderebbe rafforzarsi e crescere nel
settore difesa e, nell'ambito del comparto subacqueo, la Consob
ha chiesto di chiarire se sono fondate le notizie e, nel caso,
quali potrebbero essere. Fincantieri è quotata in Borsa (dal
2014) e nella giostra mediatica da ieri a oggi il titolo ha
guadagnato il 7%.
La multinazionale ha spiegato che nell'ambito della strategia
di crescita è interessata "a valutare diverse opportunità
strategiche", con prioritario scopo lo sviluppo tecnologico
"nella direzione del nuovo piano industriale e della creazione
di valore per gli stakeholders". Nel caso di crescita "per linee
esterne, in base alla dimensione e alla tipologia dell'
operazione, la società valuterà le soluzioni finanziarie più
idonee".
Gli interessi sono vari: non è un segreto che l'a.d. e d.g.
Pierroberto Folgiero, in carica da maggio 2022, sta virando
verso la difesa, mercato che, viste le tensioni geopolitiche,
nel 2023 ha mobilitato 2,3 trilioni di dollari, di cui 150
miliardi nella fornitura di navi da guerra. Mercato che in
Fincantieri già oggi sviluppa il 40 per cento del fatturato. Più
volte si è notato (e si è parlato di) un avvicinamento a
Leonardo e nell'autunno scorso le due realtà hanno sottoscritto
un mou per rafforzare la collaborazione nella subacquea.
E' in quell'ambito che Fincantieri spinge, associato a navi
da crociera e attività offshore nell' energia eolica; d'altronde
nell'ambito militare ha esperienza, oltre che in navi, anche
nella costruzione di sottomarini. L'idea è di estendere queste
competenze "subacquee" e in questo rientra l'acquisizione a
dicembre di Remazel (droni sottomarini), e la joint venture da
30 miliardi del 21 febbraio con Edge, di Abu Dhabi, proprio per
produrre navi militari. Il gruppo in dicembre ha inaugurato a La
Spezia il Polo nazionale della subacquea.
Nella fattispecie Folgiero intenderebbe rafforzare il
patrimonio, ricapitalizzando o attraverso un bond convertibile o
acquisendo una società in via M&A (mergers and acquisitions). Il
nome che rimbalza è quello della Wass, Whithead Sistemi
Subacquei (sistemi di difesa subacquei, siluri, sonar), di
proprietà proprio di Leonardo, per la quale non è più
strategica. Le trattative sarebbero avanzate e Fincantieri
potrebbe rilevarla dopo un aumento di capitale di 300-500
milioni di euro riducendo così anche l'indebitamento. I conti
2023 del gruppo, che saranno diffusi probabilmente domani
potrebbero delineare più chiaramente lo scenario. Considerando
che in Borsa Fincantieri capitalizza 860 milioni.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA