"In queste settimane si sta
giocando una partita vitale per la città e il territorio. È bene
che ogni cittadina e cittadino di Trieste ne prenda coscienza e
si affianchi ai lavoratori della Wartsila in questa lotta,
perché il nostro futuro è intrecciato al loro". E' quanto
scrivono in una lettera aperta alla cittadinanza le segreterie
territoriali dei sindacati del comparto Istruzione e Ricerca
Flc-Cgil, Cisl Scuola, Cisl Università, Fir Cisl, Uil Scuola,
Uil Rua, che stanno seguendo da vicino lo sviluppo della crisi
della Wartsila a Trieste.
"Una crisi - osservano - non dettata da motivazioni
economiche, ma da una decisione unilaterale della
multinazionale". "Il quadro è drammatico - aggiungono - la
chiusura dell'ultima fabbrica di filiera e di dimensioni
importanti nel territorio di Trieste coinvolge tutta la città e
mina gravemente l'economia locale. È infatti la manifattura a
creare valore aggiunto e a dare lavoro a migliaia di persone. Il
rischio è che questa situazione porti a un'accelerazione del
trend economico negativo, con pesanti ricadute anche
demografiche sul territorio e un impoverimento generalizzato per
tutte e tutti. Meno posti di lavoro significano meno economia
reale e meno servizi, con effetti anche sui settori pubblici.
Con ogni probabilità si avrebbe una accelerazione del calo
demografico, con conseguente ridimensionamento di tutti quei
servizi garantiti dal pubblico. Anche "gli Enti di Ricerca o le
due sedi universitarie subirebbero conseguenze in termini di
minori possibilità di intrecciare collaborazioni col tessuto
produttivo del territorio". L'invito è quindi ad aderire alle
iniziative "organizzate per salvare la fabbrica", a partire,
concludono, dalla manifestazione di sabato in centro a Trieste.
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