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Trieste celebra Pahor, grati a gente come lui

Trieste celebra Pahor, grati a gente come lui

Scrittore compie 106 anni, ancora indomito

TRIESTE, 26 agosto 2019, 20:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Dobbiamo essere grati a gente come Pahor. Lui sta a questa piazza come questa piazza sta a lui". Lui è lo scrittore Boris Pahor, che oggi festeggia i 106 anni, la piazza è quella centrale di Trieste intitolata a Guglielmo Oberdan (irredentista triestino giustiziato nel 1882, come da condanna emessa dalla Corte suprema di Vienna e il rifiuto dell'imperatore di concedere la grazia). Cominciano così le celebrazioni per festeggiare il compleanno di Pahor, in una atmosfera familiare dove la lingua slovena e quella italiana si confondono e dove vengono distribuiti dolcini sloveni e si brinda alla salute dello scrittore, assente alla manifestazione. L'evento - organizzato dal Comitato Pace Convivenza e Solidarietà Danilo Dolci e l'Ente Italiano per la conoscenza della lingua e della cultura Slovena - si svolge davanti alla installazione artistica "Cantico dei cantici" di Marcello Mascherini, dedicata ai "fidanzatini" e che ricorda la morte del ventenne Pino Robusta nell'unico lager nazista in Italia, la Risiera di San Sabba. Ma questa piazza assume anche un ulteriore significato: sotto i portici del civico 4 Pahor fu rinchiuso e interrogato dai nazisti in quanto antifascista; poi cominciò il calvario del lager di Auschwitz. "Grazie a Boris Pahor per quello che ha fatto per Trieste perché possa essere una città migliore. Gli siamo riconoscenti , faremo tesoro delle sue tragiche esperienze e dei suoi preziosi insegnamenti", hanno detto gli organizzatori al microfono. Sono stati poi letti brani dal suo libro "Piazza Oberdan" (Trg Oberdan).

 

Scrittori: Boris Pahor, 106 anni e ancora indomito
Domani celebrazioni a Trieste e Lubiana. Incarna il '900

(di Francesco De Filippo) E' difficile scrivere di Boris Pahor, ogni anno alla vigilia del suo compleanno ricordarne la vita splendida e terribile che ha vissuto, aggiornando di anno in anno i nuovi libri pubblicati, i record di tavole rotonde, partecipazioni, meeting, testimonianze, interviste. E soprattutto, di incontri con i ragazzi, appuntamenti di crescita e formazione cui da sempre si dedica con piacere nel tentativo di tenere le nuove generazioni agganciate al nostro passato. Boris Pahor compirà domani 106 anni e, scomparsi Gillo Dorfles nel marzo 2018 a 108 anni, e Andrea Camilleri, a 93 anni nel luglio scorso, oggi rimane forse l'ultimo Grande Vecchio, colui che, in qualche modo, incarna il '900. Nato sotto Francesco Giuseppe, Pahor prese la cittadinanza italiana a cinque anni, nel 1918, e da allora ha attraversato gli orrori e le vertigini del 'secolo breve', che per lui è stato invece lunghissimo. Dalla casa di Contovello, risalendo una delle strade che da Trieste si arrampicano sul Carso e dalla quale si domina il golfo che segna la fine dell'Adriatico, parla con voce ormai flebile esprimendo però concetti forti e determinati. Così, convinto europeista, oggi ne sottolinea l'importanza dell'Unione europea: "E' preziosa". Lanciando però un monito: "Penso che la storia possa tornare". E una preoccupazione riguardo all'Ungheria. Insomma, oltre un secolo di vita e mai domato: non piegato dalle prime persecuzioni della minoranza slovena, pochi giorni fa ha partecipato a Trieste alle celebrazioni per commemorare il 99/o anniversario dell'incendio del Narodni Dom, l'edificio della comunità della minoranza dato alle fiamme il 13 luglio 1920 dai fascisti; lui aveva sette anni. Molto affaticato, accompagnato da due donne in costumi tradizionali, si è presentato all'evento e ha incontrato il presidente della Repubblica slovena, Borut Pahor, che gli si è avvicinato abbracciandolo. Pochi minuti ed è dovuto rientrare, ma era sufficiente la sola testimonianza fisica. D'altronde, lo scrittore italiano di lingua slovena, autore del capolavoro 'Necropoli', non è stato piegato dalla disgregazione dell'Impero asburgico, né dalla Grande guerra, lo squadrismo o il fascismo. E non lo hanno piegato nemmeno la deportazione nei lager, la guerra in Africa e il sanatorio per un anno e mezzo in Francia nel 1945. Indomito e polemico: contro la Jugoslavia comunista che perseguitava gli slavi bianchi cattolici, contro l'Italia che non ha fatto chiarezza su quanto commesso dai fascisti agli sloveni. Domani per il compleanno di Boris Pahor sono previste celebrazioni al di qua e al di là del confine: a Trieste nel pomeriggio in piazza Oberdan letture e brindisi davanti al monumento di Marcello Mascherini che onora i caduti nell'unico lager nazista in Italia, la Risiera di San Sabba (Trieste). A Lubiana evento nella nota libreria Consorijum. Buon compleanno Pahor.

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