Due donne della provincia di
Pordenone hanno chiesto alla locale Azienda per l'assistenza
sanitaria di poter accedere alla procreazione medicalmente
assistita, e di fronte al rifiuto dell'ospedale, la coppia
omosessuale ha presentato ricorso in Tribunale e ha chiesto che
venga ordinato al servizio di "Fisiopatologia, riproduzione
umana, banca del seme e degli ovociti" di accettare l'istanza.
L'udienza, con procedura d'urgenza, è stata fissata al 28
giugno. Sulla questione, interpellato dall'ANSA, è intervenuto
il direttore generale dell'Azienda sanitaria Giorgio Simon: "Ho
incontrato questa coppia prima ancora che decidesse di
intraprendere le vie legali e mi ha rappresentato la ferrea
volontà di perseguire il risultato finale anche attraverso
lunghe battaglie giudiziarie. Ho ribadito loro che la normativa
in vigore non consente questa pratica, che è applicabile solo
alle coppie di maggiorenni di sesso diverso, come prevede
l'articolo 5 della legge 40 del 2004".
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