Si aprirà domani, 25 febbraio,
alla Galleria Tina Modotti, a Udine, la mostra fotografica "Nome
in codice: Caesar", selezione di 30 fotografie scattate da
"Caesar", pseudonimo che protegge l'identità di un ex fotografo
della polizia militare del regime siriano, il cui incarico, dal
2011, era di fotografare i corpi delle persone morte nei centri
di tortura di Damasco. Dal maggio 2011 all'agosto 2013, Caesar
ha fatto copie delle 53.275 immagini su chiavette USB, e poi ha
disertato, portando con sé in Occidente quelle fotografie. Si
tratta - evidenzia l'Associazione della Stampa del Friuli
Venezia Giulia, in una nota - di migliaia di Giulio Regeni
siriani morti sotto tortura in Siria.
La mostra, che resterà aperta fino al 4 marzo, è stata già
esposta al "Palazzo di Vetro" dell'ONU, al Memorial
dell'Olocausto a Washington, al Parlamento Europeo di
Strasburgo, a Westminster, a Parigi, Boston, Dublino, Roma Sala
Spazio del Museo Maxxi, Napoli Castel dell'Ovo e in molte altre
città.
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