Persone che parlano lingue dal
ritmo diverso non mostrano differenze nell'ascolto di sequenze
sonore non-linguistiche. E' il risultato di uno studio compiuto
alla Sissa di Trieste e pubblicato sul Journal of Experimental
Psychology: Learning, Memory and Cognition, al quale si è giunto
dopo indagini sull'"ascolto nativo", suoni non-linguistici.
Lo studio è partito proprio da questo fenomeno, il 'native
listening', l''ascolto nativo', secondo il quale l'abitudine
alla nostra lingua madre agisce come una sorta di "gabbia"
uditiva che influenza il modo in cui percepiamo i suoni delle
altre lingue.
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