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Fiere: a Rimini incontro su futuro dei videogiochi da sala

Fiere: a Rimini incontro su futuro dei videogiochi da sala

Occasione per rilanciare settore oscurato da giochi con vincita

19 marzo 2015, 21:44

Redazione ANSA

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RIMINI - Un incontro per parlare dei videogiochi da intrattenimento, cercando di smarcarli dai giochi con vincita in denaro che spesso accentrano il dibattito del settore. E' quello che si è tenuto all'interno di Enada Primavera, la fiera dedicata a questa filiera in corso a Rimini.
"Finalmente siamo qui per parlare di amusement - ha detto il direttore di Gioconews, Alessio Crisantemi, che ha organizzato il dibattito insieme a Sapar e a Rimini Fiera - un settore di cui si parla spesso molto poco rispetto al gioco con vincita in denaro. Ma parliamo di un settore in grado di regalare intrattenimento e tante emozioni. Ma non vogliamo parlare di nostalgia, vogliamo e dobbiamo parlare di futuro".
Nel corso del dibattito, dal titolo 'Il videogame tra liberalizzazione, legge delega e tutela dei diritti di impresa', si sono alternati rappresentanti dei big del settore (da Faro Games a Raw Thrills; da Sega a Universal Space, Bandai Namco e Stern Pinball). Introdotti da Crisantemi che ha fatto il punto su una situazione normativa che "richiede interventi che potrebbero avvenire con la legge delega, una possibile opportunità per rimettere in sesto il settore e consentire al legislatore di intervenire in maniera adeguata. E' un settore di grande rilevanza mediatica. Uno Stato che vuole tutelare i consumatori contrastando il gioco patologico non può che investire su un settore di puro intrattenimento e senza controindicazioni".
Dall'altro lato, Curcio ha sottolineato come l'attenzione su questo settore si sia attenuata "perché il gioco con vincita in denaro ha avuto un boom pazzesco. C'è stata anche una fase in cui la richiesta è calata. Una parte del freno agli entusiasmi di chi vuole arrivare in questo mercato è dato dalla farraginosità delle autorizzazioni burocratiche". Curcio ha anche fornito i numeri di un settore che vede sul territorio 115mila apparecchi (solo in Emilia-Romagna ce ne sono 16mila). Nel 2012 e nel 2013 sono stati raccolti 300 milioni di cui 40 andati allo Stato.

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