AOSTA - Il passaggio dei soldati al seguito di Napoleone ha lasciato un segno nelle popolazioni della Valle del Gran San Bernardo e così, a oltre 200 anni di distanza da quel maggio del 1800, continuano a rievocare l'avvenimento con i loro costumi, mettendo in scena uno dei carnevali più curiosi e colorati della Valle d'Aosta.
I venti gelidi che soffiano al confine con la Svizzera hanno valso nel tempo alla vallata il soprannome di "Coumba freida". Freddo che a febbraio è però attenuato dal calore e dalla passione con cui gli abitanti si dedicano all'organizzazione del Carnevale.
Le Landzette, bizzarre e per alcuni aspetti inquietanti maschere del Carnevale, sono riconoscibili per il vistoso e colorato abbigliamento che ricorda le uniformi napoleoniche. Si tratta di abiti costosi, confezionati interamente a mano e adorni di perline, paillettes e specchietti che riflettono la luce e che, nella tradizione popolare, avrebbero il potere di allontanare le forze maligne. Il volto è coperto da una maschera un tempo di legno e oggi in materiale più leggero; in vita hanno una cintura munita di un campanello e con le mani agitano crine di coda di cavallo. Elementi che dagli antropologi sono interpretati come strumenti simbolici per scacciare gli spiriti avversi.
Ma c'è anche un'altra versione più fantasiosa sulle origini del Carnevale, che le fa risalire al matrimonio di due persone semplici e già un po' anziane. Come d'abitudine per gli altri matrimoni, gli abitanti del villaggio avevano deciso di festeggiarli e di divertirsi, ma provavano un certo imbarazzo all'idea di presentarsi in chiesa con gli abiti della domenica e decisero così di indossare vestiti particolari e inconsueti. Dopo quelli a Valpelline e Ollomont che si sono svolti a gennaio, sono in programma i carnevali di Allein (7 e 8 febbraio), Gignod (7, 14 e 17 febbraio), Etroubles (12 e 13 febbraio), Saint-Oyen (14 febbraio), Bionaz (14 febbraio), Roisan (14, 16 e 17 febbraio), Doues (15 e 17 febbraio) e Saint-Rhemy-En-Bosses (15 e 17 febbraio).
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