AOSTA - Dalla sconfitta inflitta ai Salassi dai Romani all'antica leggenda della "Ninfa" del torrente Lys che attraversa il paese, il carnevale di Pont-Saint-Martin ha una forte caratterizzazione storica, pur non trascurando una componente di tradizione popolare, che culmina con il rogo del Diavolo appeso al ponte romano. E così anche quest'anno, dal 12 al 18 febbraio, il piccolo centro al confine con il Piemonte si trasformerà in un tripudio di colori, musica e allegria.
La parte storica del carnevale, rievocando la sconfitta dei Salassi ad opera dei Romani, concede ai vinti la possibilità di una rivincita in una "gara delle bighe". In programma quest'anno lunedì 16 febbraio (dalle 15.30), la corsa è una vera e propria sfida: ogni rione, o "insula", ha una propria biga e un proprio equipaggio costituito da un auriga e da atletici ragazzi o ragazze che provvedono al "traino".
Il giorno seguente, martedì 17 febbraio, è in programma la sfilata dei carri allegorici (dalle 14) provenienti sia dal paese stesso, sia dai vicini centri del Piemonte e della Valle d'Aosta. La giornata termina sotto l'arcata dell'antico ponte romano con l'attesissimo rogo del Diavolo e un'esplosione di fuochi d'artificio (dalle 21).
Il Santo vescovo Martino, il suo nemico Satana; i tribuni della plebe, le guardie Romane e il loro comandante, il Console, e la Ninfa del Lys accompagnata dalle due ancelle sono i protagonisti del carnevale storico. La leggenda vuole che la Ninfa del Lys, il torrente che attraversa l'abitato, sdegnata contro gli abitanti, avesse ingrossato il corso d'acqua con l'intenzione di distruggere il paese. Giunta vicino al ponte romano l'onda di piena, grazie alle preghiere del popolo, sarebbe quindi passata oltre senza far danni. L'interpretazione di questo ruolo è per le giovani del paese è un vero e proprio onore.
Ma il Carnevale rappresenta anche per molti altri paesi valdostani un momento di grande coesione sociale, che coinvolge praticamente tutta la popolazione. A Courmayeur si celebra il ritorno della natura alla fecondità con la badoche, tradizionale danza popolare che affonda le sue radici in riti antichi, e la sfilata di carri allegorici. Da oltre 50 anni a Nus il Carnevale è un appuntamento che si ripete nei tre giorni che precedono le Ceneri. Prendendo spunto dalla storia dei Baroni di Nus, la manifestazione si ispira a eventi storici del '300. Così i "Seigneurs" scendono dal vecchio castello, accompagnati da una fiaccolata, squilli di trombe, rulli di tamburi, araldi e un pimpante ed elegante seguito.
A Quart si festeggiano due carnevali: da più di ottant'anni quello di Villefranche, il capoluogo del paese, e da poco meno quello di Quart-Naval, nella frazione di Villair. A Saint-Vincent i protagonisti sono i bambini, che diventano "padroni" del paese: con la cerimonia di investitura del piccolo sindaco e del suo seguito si apre ufficialmente il "Carnevale dei piccoli". Per 11 giorni la cittadina è "governata" dai bambini delle scuole elementari. La curiosità è che durante l'intero periodo uno speciale corpo di "piccoli vigili" ha facoltà di elevare contravvenzioni (chiedendo offerte) ai meno rispettosi del codice stradale, devolvendo poi il denaro ricavato in beneficienza. In uno slalom multicolore, chiassoso e divertente, maschere all'ultimo grido e costumi tradizionali si rincorrono sulle piste della stazione di Pila: è il "Carnevale bianco", ispirato al candore del manto nevoso.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA