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Torture in carcere, ministero escluso come responsabile civile

Torture in carcere, ministero escluso come responsabile civile

Reggio Emilia, i 10 imputati a processo chiedono rito abbreviato

REGGIO EMILIA, 13 maggio 2024, 17:03

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ministero della Giustizia è stato escluso come responsabile civile nell'ambito del processo che vede imputati dieci agenti della polizia penitenziaria per l'accusa di tortura e lesioni nei confronti di un 40enne detenuto tunisino nel carcere di Reggio Emilia nell'aprile 2023. La decisione - alla quale si sono opposti Procura, difese e parti civili - è stata presa stamattina dal gup Luca Ramponi durante l'udienza preliminare, basata sulla mancata partecipazione del ministero agli accertamenti tecnici irripetibili sui cellulari dei poliziotti.
    "Sulla decisione in merito all'esclusione del Ministero della Giustizia, in qualità di responsabile civile alla pena pecuniaria, preferisco non commentare. È una decisione del Giudice e non trovo corretto criticarla in questa sede. Di certo però ci saremo aspettati ed in parte auspicati che il Ministero si costituisse esso stesso come parte civile in questo procedimento, come spesso avviene in processi di questa portata, tra cui anche a Santa Maria Capua Vetere", ha commentato l'avvocato Luca Sebastiani che assiste la vittima del pestaggio.
    Alcuni degli avvocati difensori hanno presentato indagini difensive e hanno avanzato la richiesta di sentire la direttrice del carcere. Tutti e dieci gli imputati hanno chiesto l'ammissione del rito abbreviato. Il processo è stato rinviato al 14 giugno.
    Cinque le parti civili già ammesse: oltre alla vittima, il garante nazionale e il garante regionale per i detenuti e due associazioni che tutelano i carcerati. La pm Maria Rita Pantani contesta agli imputati di aver incappucciato con una federa stretta al collo, sgambettato, denudato e picchiato con calci e pugni, anche quando era in terra, e calpestato il detenuto tunisino. Nella seconda fase del pestaggio il detenuto fu portato in cella, nuovamente picchiato e lasciato nudo dalla cintola in giù per oltre un'ora, malgrado nel frattempo si fosse ferito e sanguinasse. Quello che avvenne è documentato dai video delle telecamere interne del carcere, agli atti dell'inchiesta.
   
   

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