Nella chiesa di San Michele arcangelo di Sinagra (Messina), piena di gente, che si trova anche fuori perché dentro non ha trovato posto, si sono svolti i funerali di Vincenzo Franchina, 35 anni, che ha perso la vita nell'esplosione della centrale idroelettrica sul lago di Suviana. Presenti alle esequie oltre ai familiari e amici, il sindaco Nino Musca e altri sindaci del comprensorio, cittadini di Sinagra e dei comuni vicini e una delegazione della Cgil.
"Era un giovane al quale ti affezionavi subito con cui entravi subito in sintonia, la sua timidezza innata gli impediva di mettersi al centro dell'attenzione. Era un ragazzo dai modi gentile e affabile con un temperamento mite. Nel dialogo ti lasciava parlare e poi ti rispondeva con atteggiamento accogliente. I pilastri della sua vita erano la famiglia, prima quella di origine, e poi la famiglia che si era era creato con Enza impreziosita dalla nascita di Tommaso". Lo ha detto, durante l'omelia padre Pietro Pizzuto parroco della chiesa di San Michele arcangelo di Sinagra (Messina).
"Altro pilastro - ha proseguito - di Vincenzo era il legame con sua terra di origine con le sue secolari tradizioni e poi l'amicizia che ha dato la possibilità di esprimere la sua generosità. Infine il lavoro che non era un semplice obbligo ma una vera ragione di vita era orgoglioso della posizione che si era conquistato con fatica e con passione". "Era attento alla sicurezza sul lavoro e la sua morte ci ha lasciato esterrefatti. Immancabilmente ci deve essere una vita che continua e una resurrezione. Per Vincenzo non ci sarà giustizia se non c'è resurrezione. La sciagura che lo ha colpito sarà annientata solo dalla resurrezione, Vincenzo merita quella giustizia che solo la resurrezione gli potrà dare" ha concluso il parroco.
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