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'Giochi di verità', in mostra 80 fotografie di autrici italiane

'Giochi di verità', in mostra 80 fotografie di autrici italiane

Dall'8 ottobre al Castello Campori di Soliera, nel Modenese

MODENA, 07 ottobre 2022, 11:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Spazio alla fotografia e alle autrici italiane: il Castello Campori di Soliera (Modena) ospita, dall'8 ottobre al 15 gennaio, la mostra 'Giochi di verità. Rappresentazione, ritratto, documento', curata da Marcella Manni con opere provenienti dalla Collezione Donata Pizzi. L'esposizione - promossa dal Comune di Soliera e dalla Fondazione Campori con il supporto di Regione Emilia-Romagna e Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi - comprende oltre 80 fotografie che portano la firma, tra le altre, di Paola Agosti, Tomaso Binga, Lisetta Carmi, Silvia Camporesi, Libera Mazzoleni, Marinella Senatore, Silvia Rosi, Elisabetta Catalano, Liliana Barchiesi, Betty Bee, Luisa Lambri, Ottonella Mocellin.
    Lungo un arco temporale di oltre cinquant'anni (dal 1965 ad oggi), la mostra - aperta sabato, domenica e festivi ad ingresso gratuito - ripercorre momenti significativi della fotografia italiana mettendo in luce le evoluzioni concettuali, estetiche e tecnologiche che si sono sviluppate negli ultimi decenni. La centralità del corpo, il rapporto tra memoria privata e collettiva, le dinamiche e i riti della vita familiare, sono elementi costitutivi e identitari che si leggono oltre le singole voci delle artiste e i momenti storici in cui sono vissute o vivono e operano. L'esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Metronom Books e curato da Marcella Manni, con un'intervista a Donata Pizzi e la riproduzione di tutte le opere esposte.
    Il progetto rientra nell'attività di monitoraggio del collezionismo privato avviata dall'Amministrazione comunale nel 2018 con la mostra sulle Collezioni Cattelani. Il Castello Campori è una sede espositiva dedicata ai linguaggi artistici contemporanei: costruito nel XII secolo come fortezza e trasformato poi in dimora signorile, deve il suo nome ai marchesi Campori, che lo abitarono a partire dal Seicento. Nei secoli precedenti fu conteso tra gli Este e i Pio, per la sua posizione strategica, a metà strada tra Modena e Carpi.
   

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