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A Bologna 'Noi...Non erano solo canzonette'

A Bologna 'Noi...Non erano solo canzonette'

Storia d'Italia tra il 1958 e il 1982 attraverso musica d'autore

BOLOGNA, 28 novembre 2019, 16:36

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    (ANSA) - BOLOGNA, 28 NOV - Dall'abbraccio di Domenico Modugno sul palco di Sanremo nel 1958 a quello di Paolo Rossi ai compagni di squadra sul prato del Bernabeu nella notte dell'Italia mondiale a Madrid nel 1982, cuciti con il filo rosso della musica per raccontare, in cento canzoni, un quarto di secolo del Paese che, di accordo in accordo, si è scoperto via via impegnato e frivolo, scanzonato e riflessivo, rampante e lacerato. Si apre domani a Bologna - dopo la tappa torinese della scorsa primavera-estate - la mostra 'Noi...Non erano solo canzonette', rappresentazione della storia italiana recente attraverso la musica d'autore.

   Un contrappunto tra immagini e suoni, cento opere di artisti italiani selezionate nel repertorio di quel periodo storico, a dare vita a un 'passo a due' fra musica e società, capace di fondere stili di vita, mode, relazioni, istanze sociali ed economia intrecciate a una colonna sonora nata per riflettere il momento in cui quelle canzoni sono state immaginate, scritte e cantate. La mostra curata da Giampaolo Brusini, Giovanni De Luna e Lucio Salvini - in programma a Palazzo Belloni da domani al 12 aprile 2020 - con il sottotitolo 'Penso che un sogno così non ritorni mai più' porta in scena un percorso cronologico e multisensoriale in cui musica, società, stili di vita e mode, si intrecciano l'uno con l'altra attraverso undici aree tematiche dalla grande immigrazione verso le città del Nord della fine degli Anni Cinquanta fino all'entusiasmo degli Anni Ottanta.

   Di sala in sala si passa così dal tema del 'Boom', al consumismo ('Carosello'), dalla conquista del tempo libero alle vacanze di massa ('Abbronzatissimi'), dall'emancipazione femminile ('Pensiero stupendo') e giovanile ('L'Esercito del Surf') alle rivendicazioni sociali e i movimenti studenteschi ('Cera un ragazzo che come me'), dalle lotte operaie ('Contessa') al terrorismo ('La locomotiva'), dalle radio libere ('Musica ribelle') alle discoteche ('La febbre del sabato sera) fino all'edonismo degli Anni Ottanta ('Splendido Splendente).

   Il repertorio iconografico a corredo della rassegna proviene in gran parte dagli archivi di Publifoto Intesa San Paolo e 'Qn il Resto del Carlino' mentre e opere video provengono dagli archivi delle Teche Rai. Durante i mesi della mostra a Bologna si terranno laboratori per le scuole e itinerari dedicati per le vie della città ('Bologna ferita', 'Bologna e la musica', 'Bologna e l'esercito del surf'), un 'Trekking Urbano' sulle tracce dei grandi protagonisti della musica a Bologna e incontri pubblici, all'insegna del 'Penso che un sogno così non ritorni mai più', aiutati dalle riflessioni dello storico Giovanni De Luna e condotti da Massimo Bernardini. La mostra che, dopo Bologna, toccherà Pesaro è stata presentato a Palazzo Belloni da 'il Resto del Carlino' - che le dedicherà un inserto - ed è patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dall'Ufficio scolastico regionale dell'Emilia-Romagna, dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Regione Marche, dalla Città Metropolitana di Bologna, dal Comune di Bologna e da quello di Pesaro.

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