"Dovevo esserci perché il dottore è
una persona di valore riconosciuta anche all'estero. Un grande
uomo, ho pianto quando ho appreso la notizia, è il minimo essere
qua per ricordare la sua persona. Mi è stato vicino, ho cercato
di stargli vicino anche io per quello che è stato possibile, non
potevo mancare. Mi impressionava l'umiltà che aveva e la
chiarezza con la quale diceva le cose. Non ha mai alzato la
voce, quelle poche parole che diceva erano ben chiare". È il
ricordo del difensore della Lazio, Francesco Acerbi, all'arrivo
al Duomo di Milano per i funerali dell'ex patron del Sassuolo,
Giorgio Squinzi. "Non voleva che io andassi alla Lazio -
aggiunge Acerbi che ha avuto un permesso dal ct Mancini per
raggiungere il ritiro della Nazionale a Coverciano - ma come un
padre che lascia andare il suo figlio, mi ha fatto partire".
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