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Arrestato in Libia 'pirata' Rimini Yacht

libia

Arrestato in Libia 'pirata' Rimini Yacht

Giulio Lolli era latitante da 7 anni, si era unito alle milizie

RIMINI, 03 novembre 2017, 09:02

Anna De Martino

ANSACheck

Arrestato in Libia 'pirata ' truffe di Rimini Yacht - RIPRODUZIONE RISERVATA

Arrestato in Libia  'pirata ' truffe di Rimini Yacht - RIPRODUZIONE RISERVATA
Arrestato in Libia 'pirata ' truffe di Rimini Yacht - RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulio Lolli, il 'pirata', o, come
lui preferisce firmarsi su Facebook, 'Capt Karim', non si è mai
veramente nascosto in questi sette anni di latitanza in Libia.
Da martedì l'ex imprenditore nautico è in carcere, arrestato
dalle autorità di Tripoli, ma solo qualche settimana fa sul suo
profilo social dava consigli su come fermare le partenze dei
barconi dei migranti verso l'Italia. Un sito web, che ha
intitolato 'L'ultimo avventuriero', racconta la sua fuga, la
latitanza e la ribellione al regime di Gheddafi. Questa volta,
però, la bandiera da pirata, inseguito da due mandati di cattura
internazionale spiccati dalla Procura di Rimini per associazione
a delinquere, estorsione, truffe e falso, è stata ammainata, ma
dalle autorità libiche.
Il 29 ottobre infatti cinque uomini armati appartenenti alle
forze speciali di deterrenza, denominate 'Rada' e dipendenti dal
Ministero degli Interni libico, hanno sfondato la porta del suo
appartamento per arrestarlo. Non è ancora chiaro quali siano le
accuse contro il bolognese che fino al 2010 è stato tra i più
noti venditori di imbarcazioni di lusso con la sua Rimini Yacht,
poi fallita. Quando è stato arrestato, Lolli si trovava con la
giovane araba che ha sposato a maggio. Sarebbe stata la donna a
chiedere aiuto all'ambasciata italiana il giorno stesso: ha
raccontato che a prelevare il marito sono stati in cinque, poi
nessuna notizia.
La cattura non sarebbe stata motivata con una formulazione
ufficiale di accuse da parte del procuratore generale a Tripoli,
Sousan Mohamed Al Naili, che ha però confermato la notizia alle
autorità italiane dell'ambasciata. Pare che l'arresto non sia
legato alla richiesta di estradizione inoltrata già nel 2011,
ancora attiva, firmata dal Pm riminese Davide Ercolani. Ma fatti
nuovi, su cui forse si capirà qualcosa di più nelle prossime
ore. "Auspico che venga fatta chiarezza al più presto sui motivi
per cui un cittadino italiano all'estero è stato privato della
libertà", ha detto il suo avvocato, Antonio Petroncini, anche
lui all'oscuro delle contestazioni.
Il suo assistito è uomo pieno di risorse, fin da quando
attraversò il Mediterraneo, a bordo di uno yacht, uno di quelli
venduti due volte, truffando facoltosi acquirenti italiani.
'Capt Karim' poi ha mostrato i suoi tanti volti, creando il suo
personaggio e facendosi fotografare in giacca mimetica, basco
militare ben calzato, viso segnato da combattente, una mano che
alza due dita in segno di vittoria e l'altra che regge la
bandiera libica. Ma anche vestito da guerrigliero, al timone di
uno yacht da lupo di mare, nel deserto sul fuoristrada e bandana
al collo.
E dire che la giustizia italiana era riuscita a fermarlo nel
2011, a Tripoli, all'uscita di un hotel di lusso e, si vocifera,
in compagnia di due belle donne. Allora furono servizi segreti,
Interpol e accordi in vigore con il colonnello Gheddafi a far
scattare le manette. Ma quando la Corte Suprema stava per dar
corso alle richieste di consegna, finì per essere liberato dai
ribelli, al fianco dei quali Lolli combatté "la battaglia
decisiva di Bab Al Jazia contro il regime di Gheddafi", racconta
nel suo sito.
E mentre dava battaglia in Nord Africa, sfidava la giustizia
italiana, dove ha ancora aperti vari procedimenti. "Attualmente
stiamo procedendo a processare un latitante", ha detto oggi il
pm Ercolani, in attesa della prossima udienza, fissata per il 16
gennaio.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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