"La forte e convinta reazione popolare
alla strage di Bologna del 2 agosto 1980, che si espresse anche
attraverso imponenti manifestazioni, impedì al terrorismo
neofascista di destabilizzare le istituzioni democratiche
spingendole verso derive autoritarie. Oggi c'è un'altra specie
di terrorismo, quello jihadista, che ha anch'esso l'obiettivo di
dividere il Paese spingendolo verso derive razziste e
liberticide per creare l'humus di uno scontro di religione tra
cristiani e musulmani, come di un conflitto tra identità e
culture diverse innestandosi sulle questioni dell'immigrazione":
così in una nota il segretario dell'Associazione nazionale
funzionari di polizia, Marco Letizia.
"Ci auguriamo che gli immigrati musulmani sappiano reagire
senza tentennamenti al terrorismo fondamentalista, che si
trincera dietro la religione per compiere crimini barbari ed
inumani. Occorre tessere un percorso di collaborazione tra
comunità islamiche e autorità di polizia, per contrastare le
infiltrazioni e le insorgenze terroristiche al minimo segnale di
criticità. Tale collaborazione non è delazione, ma costruzione
lungimirante di un futuro di integrazione civile e di
condivisione dei valori fondanti del nostro Paese, ove gli
immigrati islamici hanno scelto di vivere" aggiunge Letizia.
"La sicurezza passa anche attraverso il coinvolgimento, la
partecipazione e la collaborazione della società civile,
indipendentemente dalla nazionalità dei suoi componenti. È
senz'altro vero che ci servono uomini e mezzi, ma è anche vero
che qualunque progetto che si basi unicamente sulla presenza
fisica delle forze dell'ordine sul territorio è fatalmente
destinato a fallire".
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