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Silvia Prodi respinta frontiera Marocco

Silvia Prodi respinta frontiera Marocco

Diretta nel Sahara occidentale conteso, bloccata in aeroporto

REGGIO EMILIA, 11 settembre 2016, 17:29

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Erano diretti nella zona del Sahara occidentale, contesa tra il Marocco e i separatisti del fronte Polisario, quando la delegazione dell'associazione umanitaria Jaima Sahrawi, di cui faceva parte, anche se non in veste ufficiale, la consigliera regionale dell'Emilia-Romagna Silvia Prodi (Pd), nipote di Romano Prodi, ex commissario Ue e fino al 2014 presidente del Gruppo di lavoro Onu-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa, è stata bloccata - anticipa il sito di notizie Reggio Sera - all'aeroporto di Laayoun e costretta dalla polizia locale a tornare in Italia.
    La polizia ha ritirato i passaporti e ha fatto imbarcare la delegazione su un aereo per Casablanca. Qui il gruppo di italiani ha passato la notte prima di fare ritorno in Italia poco dopo mezzogiorno. Da diversi anni l'associazione Jaima Sahrawi porta avanti azioni di solidarietà nel Sahara Occidentale a favore del popolo Sahrawi e non sarebbe la prima volta che una delegazione italiana viene respinta dalle autorità del Marocco.
   "La condizione del popolo Saharawi che vive nel Sahara occidentale deve poter essere conosciuta dal mondo e non è ammissibile che tre donne che rappresentano una associazione umanitaria che opera sul territorio siano respinte": così Simonetta Saliera, presidente dell'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna.

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