La cooperativa della ristorazione
Camst, che gestisce mense nel nord e nel centro del
Paese, dice basta all'uso di uova provenienti da galline
allevate in gabbia, sia per quelle in guscio che per
il prodotto contenuto nelle sue portate: entro il 2025
l'azienda bolognese si impegna a eliminare completamente
l'utilizzo di questi prodotti su scala nazionale.
La scelta di Camst, che produce 100 milioni di pasti all'anno
per scuole, ospedali, aziende e ristoranti, sarà tradotta in
realtà grazie alla collaborazione con la ong internazionale Ciwf
(Compassion in World Farming), che difende gli animali da
allevamento. E' la prima grande azienda italiana della
ristorazione a impegnarsi in questo senso.
"Il confinamento in gabbia delle galline ovaiole è un sistema
che pregiudica seriamente il benessere degli animali - scrive in
una nota - limitando la loro possibilità di esprimere
liberamente i propri comportamenti naturali".
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