La Pet può predire
l'efficacia della chemioterapia nella cura del linfoma di
Hodgkin, per risparmiare ad alcuni pazienti cure intensive con
pesanti effetti collaterali. Lo dimostra uno studio condotto col
contributo dell'Ematologia di Reggio Emilia su oltre 1.200
pazienti in stadio avanzato, e pubblicato sul New England
Journal of Medicine.
Gli sperimentatori hanno sottoposto i pazienti ad un primo
esame Pet-Tac, per evidenziare le zone colpite da linfoma.
L'esame è stato ripetuto dopo soli due cicli di chemioterapica
dei sei che compongono lo standard di cura. A chi aveva esito
negativo, è stato tolto un farmaco dal mix chemioterapico per i
successivi quattro cicli; invece i pazienti con esito ancora
positiva hanno proseguito con un mix intensificato. Alla fine,
nonostante la diversa calibratura della terapia, i pazienti che
avevano avuto un esito negativo alla seconda Pet, hanno avuto le
stesse percentuali di guarigione e chi era stato sottoposto alla
cura più intesa.
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