"Oggi il Tribunale di Bologna ha
assolto con formula ampia, il fatto non sussiste, il mio amico
Gerardo Bombonato. Quando, a seguito dell'infamia di una lettera
anonima, fu rinviato a giudizio, senza mai essere stato
ascoltato, ne subì un trauma violento. Lo accusavano di falso
ideologico e truffa per una iniziativa formativa della regione
Emilia-Romagna della quale era capo ufficio stampa. Per prima
cosa fece quel che fanno tutte le persone perbene: si dimise da
presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna.
Qualcuno, miserabile, ne gioì, coltivando illusioni di uno
strapuntino al sole". Lo scrive in una nota Enzo Iacopino,
presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, commentando la
sentenza di assoluzione pronunciata a Bologna per Gerardo
Bombonato.
Bombonato, ricorda Iacopino, "soffrì molto per questa
disgustosa vicenda, resa più barbara dal sospetto che quella
lettera anonima nascesse dalle frustrazioni di qualcuno che gli
era stato vicino. Ma quella vergognosa storia lo aveva segnato.
Glielo si leggeva negli occhi. Che non abbassava mai,
incrociando lo sguardo di altri, come possono fare soltanto le
persone perbene. Oggi l'assoluzione: era estraneo a quelle
accuse". Iacopino ringrazia "per questa verità, della quale non
ho mai dubitato, i giudici e l'avvocato di Gerardo, Maria Grazia
Tufariello. Ma - prosegue - penso ai cialtroni. A quelli della
lettera anonima e a quanti hanno tentato di strumentalizzare la
vicenda. Non mi illudo si vergognino, ma hanno tutto il mio
disprezzo".
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