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Panebianco, 4 sospesi dall'università

università bologna

Panebianco, 4 sospesi dall'università

Sanzione disciplinare per studenti di un collettivo bolognese

BOLOGNA, 24 maggio 2016, 16:53

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La protesta contro il professor Angelo Panebianco costa due mesi di sospensione dall'attività universitaria a quattro studenti del collettivo bolognese Cua.
    E' la sanzione disciplinare approvata dal senato accademico, ad ampia maggioranza.
    La decisione riguarda il primo episodio di contestazione, l'interruzione della lezione di Panebianco a Scienze politiche, il 22 febbraio, quando gli attivisti attaccarono il docente, dopo la pubblicazione di un articolo sulla guerra in Libia. Era la prima volta che l'assemblea accademica era chiamata a pronunciarsi su un caso simile: si è potuto procedere perché è stata riscontrata la violazione del regolamento e perché le forze dell'ordine hanno identificato i responsabili. "È un passaggio amaro per l'Università. Spero che fatti come questo non accadano più. Deve sempre esserci la possibilità di dissentire e di esprimere critiche, ma i rapporti tra studenti e docenti devono avvenire in modo democratico", ha detto il rettore Francesco Ubertini.

    "Hanno vinto le lobby della guerra italiane che nel professor Panebianco avevano individuato un prezioso sponsor dei bombardamenti e dell'intervento militare in Libia, che ricordiamo essere ancora oggi tutt'altro che scongiurato". Così il Collettivo universitario autonomo (Cua) commenta in una nota la sanzione disciplinare, approvata dal senato accademico dell'Alma Mater, con cui quattro studenti suoi attivisti sono stati sospesi per due mesi dall'attività universitaria. "È stata sconfitta l'autonomia dell'università - aggiunge il collettivo - schiacciata tra l'incudine dei poteri forti e il martello della massa mediatica, capace di costruire un castello di accuse e criminalizzazione attorno a una semplice contestazione, che ha avuto tale risonanza proprio perché andava a toccare il nervo scoperto di una guerra in Libia ormai prossima".
   

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