Nonostante la responsabilità
dell'imputata emerga in maniera "palmare", secondo il giudice
restano zone d'ombre nella ricostruzione dell'uccisione di
Teodolinda Capitani, l'anziana sgozzata nel proprio appartamento
a Bologna, il 17 ottobre 2014. Per l'omicidio il Gup Bruno Perla
ha condannato a 30 anni Ilenia Oggiano, cagliaritana 36enne che
lavorava come badante per la vittima.
Fu lei stessa a chiamare i soccorsi, dopo essere uscita, e a
confessare. Spiegò, come si legge nella sentenza, di aver "perso
la testa", dopo che l'84enne l'avrebbe offesa, dicendole che
doveva andarsene.
La donna si è affidata ora al penalista Savino Lupo, che
predisporrà i motivi di appello: "La sentenza - ha detto -
presta il fianco a diverse censure e sussistono alcuni aspetti
di questa vicenda che non esito a definire inspiegabili.
Punteremo a contestare quanto affermato dal giudice in merito
alle aggravanti, alla non concessione delle attenuanti generiche
e ci riserviamo di richiedere una perizia psichiatrica".
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