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Gay: Curia, foto indegne e non scusabili

"avvenire" sulla festa blasfema all'arcigay

Gay: Curia, foto indegne e non scusabili

Bologna Sette: 'Non si può ridurre Cristo e Croce a credenze'

BOLOGNA, 22 marzo 2015, 12:06

Redazione ANSA

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(ANSA) - BOLOGNA, 22 MAR - "Precisiamo: non sono le foto il problema principale, ma l'evento che esse documentano. Da ogni parte la serata - così come risulta dalle semplici foto - risulta indegna della nostra convivenza civile. Indegna - aggiungiamo noi - anche di chi l'ha organizzata, che ha disonorato se stesso, prima di ferire gli altri". E' un passaggio di un fondino pubblicato senza firma, e dunque di fatto voce della Curia, pubblicato su Bologna Sette, fascicolo domenicale di Avvenire, di ritorno contro le immagini blasfeme scattate durante una serata al circolo Arcigay Il Cassero e pubblicate su Facebook. Il settimanale dell'Arcidiocesi esprime una riserva: "Chiedere scusa è un passo che costa, ma fa onore a chi lo compie e restituisce qualcosa a chi è stato ferito", si legge sotto il titolo "Scuse con riserva e tante domande sospese" a proposito del fatto che, dopo la dura presa di posizione dell'arcivescovo, il cardinale Carlo Caffarra, che Bologna Sette riprende per intero nell'edizione in edicola oggi, il Consiglio direttivo del Cassero si era scusato con le persone che "per quelle foto, si sono sentite offese". Quello che fa esprimere alla Curia una riserva è la scritta che precede le scuse. Il Cassero sostiene infatti che la festa sotto accusa, "Venerdì Credici", "ammiccava alle superstizioni e credenze che inquinano la nostra cultura, e che aveva indugiato sopra i simboli della religione cattolica", mimando una vignetta già copertina di Charlie Hebdo con al centro Cristo e una croce. "Davvero Gesù, il Crocifisso, il Vangelo, i riti della Chiesa sono assimilabili alle superstizioni e alle credenze che inquinano la nostra cultura? O ne fanno parte a pieno titolo?". Ultima replica alla frase del Cassero "e d'altronde sono gli stessi cattolici a inserire il tema religioso a ostacolo e preclusione del riconoscimento dei diritti alle persone lgbt. Quel conflitto esiste, insomma, e occorre che tutte e tutti ce ne facciamo carico, cattolici in primis". La frase secondo Bologna Sette "tradisce un grave pregiudizio e una confusione di piani preoccupanti. Se anche fosse vero ciò che si dice dei cattolici, neppure questo giustificherebbe ciò che è accaduto". 

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