L'espulsione dal Movimento 5
Stelle del sindaco di Comacchio, Marco Fabbri, 'reo' di essere
entrato nel Consiglio provinciale di Ferrara, rappresenta un
episodio di una "tragicomica saga che sembra non avere mai
fine". E' quanto sostiene Giovanni Favia, consigliere regionale
emiliano-romagnolo ed ex pentastellato.
"La tragicomica saga del M5S in Emilia-Romagna sembra non
avere mai fine - scrive in una nota -: con l'espulsione di
Fabbri credo che la realtà abbia superato la fantasia. Tempo
qualche mese e qui non ne resterà più nemmeno uno - aggiunge -.
Anzi, forse si ritroveranno in tre: Bugani, Grillo e Casaleggio,
ormai soci anche in affari".
"Non sono di certo l'avvocato difensore di Fabbri e non
condivido alcune sue scelte - chiarisce Favia - ma motivare la
sua espulsione per aver deciso di rappresentare i suoi cittadini
in una istituzione determinante per il futuro del comune di
Comacchio, è semplicemente assurdo e dimostra quanto Grillo e
Casaleggio non sappiano niente di come si amministra un
territorio".
A giudizio dell'ex esponente del Movimento 5 Stelle, "sarebbe
stato gravissimo, infatti, se Comacchio fosse rimasta fuori dal
consiglio provinciale non potendo nemmeno sfruttare, come poi è
stato, la delega al turismo. Un aspetto fondamentale - argomenta
- per la crescita di quel territorio che, ricordiamolo, è quello
con il più alto tasso di disoccupazione della regione.
Ovviamente questo il partito di Grillo non riesce a
comprenderlo".
Al sindaco Fabbri "e a tutto il gruppo di Comacchio -
conclude Favia - va tutta la mia solidarietà umana. So benissimo
cosa si prova ad essere cacciati dalla casa che si è contribuito
a costruire con anni di lavoro, passione e fatica".
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